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Olivieri: sull’elettrodotto Villanova-Gissi presentata una risoluzione per il prossimo Consiglio regionale

linea_ATNon ci sono problemi ambientali solo sulla costa a causa della deriva petrolifera. Anche l’interno dell’Abruzzo non vive momenti di quiete ed uno dei casi che da tempo sta facendo discutere e non poco e che ha portato alla sollevazione delle popolazioni residenti nei pressi è quello del megaelettrodotto tra Villanova e Gissi, argomenti di cui già parlavamo nel marzo scorso.

Proprio a tal riguardo si registra la posizione di Mario Olivieri, presidente della Commissione Sanità e Lavoro della Regione Abruzzo che chiede di “adoperarsi per la sospensione delle procedure di esproprio per la costruzione dell’elettrodotto “Villanova-Gissi” e per la sospensione dell’eventuale inizio lavori”.

Per il consigliere regionale del vastese è indispensabile chiedere “l’istituzione di un tavolo di confronto con le comunità locali interessate al fine di trovare delle soluzioni che rendano l’opera meno impattante”.

Due passaggi contemplati dalla risoluzione presentata da Olivieri, che sarà discussa durante il Consiglio regionale in calendario per il prossimo 14 di agosto, affinchè il presidente Luciano D’Alfonso, intervenga circa i lavori dell’elettrodotto Villanova-Gissi che dovrebbe essere realizzato nelle Province di Pescara e Chieti.

Sedici i comuni coinvolti: Cepagatti, Chieti, Casalincontrada, Bucchianico, Fara Filiorum Petri, Casacanditella, Filetto, Orsogna, Guardiagrele, Sant’Eusanio Del Sangro, Castel Frentano, Lanciano, Paglieta, Atessa, Casalanguida e Gissi.

“La risoluzione  –  dichiara Olivieri – nasce dal bisogno di capire se, così come traspare, nell’intera procedura adottata, ci sia davvero una “strategia” volta ad evitare l’iter più lungo che garantirebbe la condivisione delle fasi progettuali, soprattutto del tracciato, all’interno di  appositi tavoli tecnici di confronto con gli Enti locali”.

Pur  riconoscendo la strategicità dell’opera, quello che il consigliere ha chiesto al Governatore, è di vigilare circa l’utilizzo di metodologie di intervento che “comportano precauzioni aggiuntive in ragione del fatto che verrebbero messi a rischio luoghi caratterizzati da alta densità abitativa”.

Da qui, ad esempio, l’idea di ricorerre alla collocazione di centraline di monitoraggio dell’inquinamento elettromagnetico, all’interramento dei cavi nei centri abitati e così via.

“Abbiamo deciso di portare la questione in consiglio regionale  – conclude Olivieri – perché  la faccenda oltre ad aver generato notevole allarmismo, sta destando preoccupazione per gli eventuali danni ambientali e per le ripercussioni alla salute delle popolazioni residenti. Inoltre, visto che sono stati sollevati diversi ricorsi dinanzi alla magistratura amministrativa è bene che anche la Regione faccia la sua parte”.

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