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La risposta di Davide D’Alessandro alla lettera aperta di Bianca Campli

Davide D'Alessandro 1Non si è fatta attendere la risposta di Davide D’Alessandro alla lettera aperta a lui rivolta da Bianca Campli dopo le ormai famose vicende accadute nella Sala degli Arazzi di Palazzo d’Avalos. Ecco la nota.

“Potrei sottrarmi, come quel galantuomo di suo marito fa da tempo con le mie 10 domande, ma essendo più galantuomo di lui, rispondo alla sua sollecitazione. Non è vero che ripetutamente, negli ultimi mesi, mi sono occupato della sua “modesta persona”, ma è vero che sono stato costretto ad occuparmene ieri e, purtroppo, adesso (nonostante mi trovi a Firenze con una bella violinista), perché una voce stridula, proveniente alle mie spalle, mi ha intimato di tacere: “Ma stai zitto, vuoi stare zitto?”. Pensavo si trattasse di una fascistella o di una comunistella, perché ve ne sono ancora, grazie a Dio. Mi sono voltato e ho incontrato la sua “modesta persona”. Mi sono detto: “Oh, madonn, je la moje di Lucian!”. Poiché mio padre, mio unico maestro, mi ha insegnato di non consentire a nessuno di mettermi a tacere, ho risposto come la sua “modesta persona” meritava. Purtroppo, eravamo a Palazzo d’Avalos, che non ha conosciuto soltanto uomini di ben altra caratura, ma anche donne. Però lei si butta troppo giù. È vero che difetta di prolificità in quanto a scrittura, ma non deve dolersene. La ricchezza intellettuale è come il coraggio: chi non l’ha, non se la può dare. Certo, nel suo saggio “Il Risorgimento dipinto: le battaglie”, contenuto nel volume “L’attesa dell’Italia. Poeti e scrittori del Risorgimento, a cura di Gianni Oliva, Lanciano, Carabba 2011”, ha esagerato: si estende su 33 pagine, ma contiene soltanto 540 parole, compresi articoli, avverbi e preposizioni. Con impegno farà meglio la prossima volta. Ecco, per esempio, all’inizio del volume citato, l’Editore dichiara che “un doveroso ringraziamento si deve alla Bls, che ha contribuito alla sua realizzazione e al prof. Gianni Oliva, dell’Università di Chieti che, con i suoi collaboratori, ne ha organizzato e curato la struttura scientifica”. Non so se lei è una collaboratrice di Oliva (per ora a Cuba), ma l’Editore non ha smentito. Chiederò a quel galantuomo di suo marito, con un’interrogazione, se il prof. Oliva collabora con l’Editore Carabba, che conosce certamente il Centro Europeo di Studi Rossettiani. Ho sempre un tarlo, come la sinistra, dopo l’avvento di Berlusconi: il conflitto d’interesse! Che non è, gentile signora, solo di natura pecuniaria. Sa cosa mi sta dicendo la mia bella violinista? “Sicuramente la banca NON ha finanziato il libro perché all’interno vi era anche il saggio della moglie del Sindaco, ma di questi tempi è bene non essere sfiorati neppure dal sospetto. Non tutto ciò che è lecito è opportuno”. Ha capito, la violinista? Neppure il sospetto. Al di sopra di ogni sospetto. Lo dissi anch’io a suo cognato, quando scoprii che era socio, con piccolissime quote, della Società che ha buttato giù l’ex Hotel Panoramic. E, non a caso, la prof.ssa Stangarone, moglie del suo citato Dott. Smargiassi e, soprattutto, madre di un ex consigliere comunale, si dimise correttamente, nonostante non percepisse alcun compenso, dal Consiglio della SCM. Quindi, come vede, nessuna primitività intellettuale e nessun Burqa. A me, a scanso di equivoci, le donne piacciono con il volto scoperto. Casa e cucina sono importanti e spero che lei non le abbandoni, ma cervello e anima possono lievitare, come sa, anche passeggiando, correndo, andando in bicicletta, suonando. A proposito, se lo desidera, posso invitarla a fare un giro in bici. Non mi dispiacerebbe visionare la pista Lebba. Il Comune di un galantuomo vi ha speso già 600 mila euro dei 720 previsti. Hanno anche prodotto un video da 37 mila euro. Soldi pubblici, di tutti i cittadini vastesi. La ditta Dispenser, per la consulenza artistica, ha riscosso 9 mila euro, ma c’è tanto altro da vedere. Se poi suona qualche strumento non so ma, se lo desidera, possiamo rivolgerci alla Scuola Civica Musicale. Noi mettiamo 600 euro ciascuno e il Comune di un galantuomo ne aggiunge altri 1400 a testa. Soldi pubblici, di tutti i cittadini vastesi. Non abbia esitazioni, approfittiamone. Sa cosa dice Antonio Razzi: “Che te ne fotte! Qui è tutta una banda di malviventi”. Anche se il senatore Razzi, a onor del vero, si riferisce al Parlamento. A Vasto, concordo con lei, siamo tutti galantuomini, chi più chi meno, e conviene resistere, resistere, resistere. Va bene così?”

Un caro saluto dalla Casa di Dante (Firenze)

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