Non è un’ipotesi fantasiosa, anzi: Sua Eccellenza Mons. Bruno Forte sembra essere il predestinato alla successione del cardinale Angelo Bagnasco alla presidenza della Conferenza Episcopale Italiana (Cei). L’arcivescovo di Genova sta pagando lo scotto di nove mesi di contrasti con Papa Francesco innescati da quel documento in cui alla fumata bianca l’ex segretario generale dell’episcopato italiano, Mariano Crociata, salutava a nome dell’episcopato italiano l’elezione a Papa di Angelo Scola, accendendo i riflettori sull’accordo Bagnasco-Scola che voleva riportare sul trono di Pietro un cardinale italiano.
Papa Francesco se l’è segnata, ma a convincerlo ad estromettere il presidente della Cei dalla Congregazione per i vescovi è stata la propria politica riformatrice che lo ha portato anche a chiedere la riduzione delle diocesi all’insegna della spending review e la riforma dello Statuo della Conferenza con la conseguente nomina di un nuovo presidente e di un nuovo segretario.
E qui entra in gioco la figura di spessore di Mons. Forte da sempre nelle grazie di Papa Bergoglio che ne ha voluto già la nomina a segretario speciale del Sinodo dei vescovi sulla famiglia che si terrà in Vaticano nell’ottobre del 2014. Non solo, ma pare proprio che il teologo napoletano, stimatissimo anche da Papa Benedetto XVI e che nel febbraio 2011 era additato anche come successore di Dionigi Tettamanzi alla guida dell’arcidiocesi di Milano, abbia la benedizione di Sua Santità all’investitura alla guida della Cei.