È stata la giornata dei referendum quella vissuta ieri in Cassazione. Ben 532 mila le firme depositate dai Radicali a sostegno di sei dei dodici referendum presentati ai cittadini italiani. Sono passati tutti quelli sulla Giustizia, ovvero due sulla responsabilità civile dei magistrati, uno per l’abolizione dell’ergastolo, uno contro i magistrati fuori ruolo, uno contro l’abuso della custodia cautelare e uno per la separazione delle carriere.
Non hanno raggiunto il numero di firme necessario, invece quelli sull’abolizione del finanziamento ai partiti e dell’otto per mille, divorzio breve, norme sulla droga e sull’immigrazione.
Nelle stesse ore, sempre in Cassazione è stato depositato il quesito referendario proposto da 9 Regioni italiane contro il taglio di mille piccoli tribunali, procure e giudici di pace, una vicenda nella quale l’Abruzzo ha ricoperto il ruolo di Regione capofila e che ha visto aderire quelle di Piemonte, Marche, Puglia, Calabria, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Liguria e Campania.
Dal 1970 è la prima volta che sono le Regioni e non i cittadini ad avanzare una richiesta referendaria che ha, però, lo scopo, come ha sottolineato Emilio Nasuti, consigliere regionale eletto nel Pdl ed ora allineato nel gruppo misto, di non giungere a una votazione ma di stimolare il Governo (che si trova di fronte alla volontà oltre metà del Paese) a ritornare sui propri passi e a rivedere la geografia giudiziaria disegnata dall’ex ministro Severino.