La situazione di protesta dinanzi gli stabilimenti della ex Golden Lady e la mancata riconversione industriale sono al centro dell’incontro di quest’oggi al ministero dello Sviluppo Economico di Roma. Già prima di conoscere gli esiti, però, sono sbocciate le polemiche: infatti, la Provincia di Chieti e il Comune di Gissi non sono stati convocati al summit romano, una decisione che ha scatenato le ire del presidente dell’ente teatino, Enrico Di Giuseppantonio che ha presentato le proprie rimostranze al direttore del MISE Giampiero Castano attraverso la breve missiva che riportiamo:
“Spiace apprendere che la Provincia di Chieti – scrive il presidente – non sia tra gli interlocutori convocati al tavolo di confronto relativo al piano industriale della ex Golden Lady, considerato che è tra i soggetti sottoscrittori dell’accordo siglato il 29 maggio 2012, un risultato, tra l’altro, raggiunto anche attraverso il contributo sostanziale dell’Ente.
Lo stesso trattamento è stato riservato inspiegabilmente anche al Comune di Gissi, nonostante sia di tutta evidenza l’esposizione delle Amministrazioni locali sulla vicenda, vissuta fattivamente partecipando ad incontri e manifestazioni, avanzando più volte istanze di riapertura del tavolo ministeriale ed accogliendo le richieste delle organizzazioni sindacali.
Oggi, la notizia di questa indifferenza istituzionale da parte del Ministero ci risulta incompresa, a prescindere dal fatto che i profili critici della questione attengono direttamente la Regione e le imprese coinvolte nella riconversione. Credo che gli enti locali territoriali di questa provincia siano stati, in coerenza con il ruolo di referenti più prossimi alla cittadinanza, validi rappresentanti delle esigenze delle parti sociali, forse perché più d’altri perfettamente consapevoli del disagio reale che le vertenze comportano ai lavoratori e alle rispettive famiglie.
Comunque sia, auspico che l’incontro risulti proficuo e garantisca i diritti e le aspettative dei lavoratori della ex Golden Lady, ne trarrà beneficio l’intero territorio della Val Sinello e in fin dei conti, ciò che importa davvero, è che si trovi una soluzione dignitosa per tutti i loro”.