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Il giorno di Sergio Marchionne alla SEVEL

Marchionne_Sevel700 milioni di euro: questo è il piano di investimenti approntato per gli impianti della SEVeL in Val di Sangro dall’azienda torinese e annunciato stamane da Sergio Marchionne nella sua visita allo stabilimento atessano.

Era uno dei giorni più attesi quello odierno per cominciare ad avere risposte al futuro occupazionale dell’area frentano-vastese e di tutto il settore Automotive su cui anche la Regione Abruzzo sembra intenzionata a investire e molto.

Una visita partita tra le fiamme delle polemiche visti i numerosi assenti, l’attacco violento di Rifondazione al centrodestra accusato di fare solo passerella pre-elettorale, il mancato invito ufficiale alla Fiom-Cgil, cui Marchionne ha risposto dicendosi aperto a un possibile confronto che non può prescindere, però, dagli accordi raggiunti con la maggioranza delle rappresentanze.

Il manager del Lingotto ha parlato alle maestranze radunate per l’occasione svelando alcuni piani industriali, come l’arrivo del “Nuovo Ducato”, alal presenza del Governatore regionale Gianni Chiodi, del presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, di S.E. Mons. Bruno Forte, che più volte in questi mesi ha sollevato la questione occupazionale e la necessità di ridare dignità ai lavoratori e alle loro famiglie, il prefetto di Chieti, Fulvio Rocco De Marinis.

Nell’azienda che occupa 5.200 dipendenti e da lavoro anche ai 2 mila occupati nell’indotto, Marchionne è tornato a chiedere un “patto sociale” per uscire dalla crisi. “C’è bisogno di uno scatto d’orgoglio da parte di tutti – ha detto – Abbiamo bisogno di un patto sociale che cancelli le opposizioni e le distinzioni ideologiche e non tra le varie fazioni. Dobbiamo varare un piano di coesione nazionale per la ripresa economica.”

Secondo l’ad della Fiat non si può superare la crisi se non si lavora tutti insieme avviando un’azione compartecipata tra tutti i segmenti sociali ed economici della società italiana, a cominciare dalla politica, dai sindacati e dalle imprese, senza dimenticare le università e le associazioni di categoria, per ridare fiducia e prospettive di crescita all’Italia.

Quanto preannunciato da Sergio Marchionne rappresenta una sorta di ancora di salvezza per l’economia di tutto il territorio teatino. I nuovi investimenti potrebbero indurre anche altre aziende dell’area sangritana a evitare la delocalizzazione e preservare i 12mila posti di lavoro che ivi sono localizzati. Certamente ora bisognerà agire adeguando in fretta l’intero sistema infrastrutturale e cercando soluzioni (compito della politica) per ridurre una pressione fiscale troppo elevata e controproducente che non ha prodotto gli auspicati aumenti di gettata e che ha contribuito e non poco a deprimere il mercato interno ed europeo.

Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)

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