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Arriva Marchionne, Rifondazione polemizza con Cisl e Uil: “Noi staremo con i lavoratori”

Stabilimento SevelLa visita prevista per oggi di Sergio Marchionne alla Sevel di Atessa non poteva passare inosservato. Dopo l’intervento del capogruppo provinciale del Pd, Camillo D’Amico, si fanno sentire anche il segretario regionale di Rifondazione Comunista, Marco Fars e il responsabile regionale per il Settore lavoro, Carmine Tomeo, i quali si sono mostrati piuttosto scettici riguardo “alle promesse di Marchionne, visto che finora si sono rivelate essere prive di concretezza”, in merito agli annunciati investimenti.
Ma non è solo la visita del numero uno della Fiat, considerata una semplice “passerella”, a sollevare le critiche di Rifondazione; in ballo ci sono anche i rapporti con alcune sigle sindacali: “Marchionne farà la sua passerella nello stabilimento Sevel con un nutrito seguito, – attaccano Fars e Tomeo – che pare debba essere composta, a livello sindacale da Cisl e Uil. Ciò non è un caso, visto che si tratta degli stessi sindacati firmatari di quell’accordo separato che ha sbattuto fuori dalla fabbrica i sindacati dissenzienti, Fiom e sindacati di base. Questi, infatti, nemmeno sono stati invitati a partecipare al teatrino che si muoverà in Sevel”.
E proprio sulle questioni sindacali, gli esponenti di Rifondazione puntano l’attenzione: “Qualunque dovesse essere la notizia che accompagnerà la visita dell’Ad Fiat in Sevel, non può essere sottaciuta la questione dei diritti sindacali ed in genere dei lavoratori, all’interno dello stabilimento. È bene ricordare che con Marchionne si è aperta una stagione di attacco ai diritti dei lavoratori, di intensificazione dei ritmi produttivi, di intimidazione degli operai, di limitazione dell’agibilità sindacale, come probabilmente non si era mai vista dal dopoguerra. Gli investimenti, solo annunciati o anche concreti, non possono essere il velo che nasconde l’attacco ai diritti dei lavoratori. Vorrebbe dire accettare di barattare diritti garantiti dalla Costituzione e normali per un qualsiasi Paese che voglia definirsi civile, con il restyling del Ducato o con ipotesi di incrementi produttivi. Ma visto cos’hanno prodotto in questi anni le passerelle di Marchionne e dei suoi epigoni, temiamo che anche questa volta sarà questo ciò che accadrà”.
“Per parte nostra – è la conclusione del segretario e del responsabile Lavoro di Rifondazione – staremo con i lavoratori che pretendono ciò che spetta loro: saremo fuori dai cancelli insieme ai sindacati per dire basta con il modello Marchionne di fabbrica-caserma e dare voce ai diritti dei lavoratori negati negli stabilimenti Fiat.”

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