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Sasi: due facce della stessa medaglia

SasiNon è un periodo sereno per l’intero sistema di gestione dell’approvvigionamento idrico in tutto l’Abruzzo dove spesso abbiamo dovuto assistere, soprattutto negli ultimi mesi, a serie prese di posizioni nei confronti di un sistema che non funziona. Come dimenticare i giorni infuocati di inizio aprile quando il Commissario straordinario, Pierluigi Caputi, diffuse i dati in suo possesso sullo stato del servizio idrico integrato che avrebbe un cumulo di debiti calcolabile in 300 milioni di euro. Tra gli enti coinvolti anche la Sasi SpA, pur artefice di un’opera di risanamento, la società che gestisce il servizio idrico integrato (reti idriche, fognarie e depurazione) in 92 comuni della provincia di Chieti tra cui Vasto.

Orbene, Giuseppe Di Vito (estrazione PD), consigliere in seno al CdA dell’ente, ha annunciato tre tranches di interventi che la Sasi vorrebbe porre in essere: in particolare, la sostituzione delle pompe, che hanno una portata di 220 lt/sec, che regolano la circolazione dell’acqua nelle varie condutture con delle nuove da 240 lt/sec in modo tale da poter garantire una erogazione pari a 30 litri al secondo; e poi la costruzione di condutture fognarie che portino i liquami dalla nuova vasca realizzata nei pressi di Fosso Marino fino al depuratore di Buonanotte, il tutto grazie a finanziamenti erogati dalla Regione Abruzzo  cui è stato presentato il progetto; in ultimo il rifacimento dell’intera rete fognaria nella zona nord della città dove si è avuto lo sviluppo maggiore a livello abitativo in tutta Vasto.

Tutti buoni propositi sui quali crediamo nessuno possa avere alcunché da dire, alla luce anche del fatto che gli interventi sarebbero realizzati grazie soprattutto a stanziamenti pubblici. A lasciare perplessi è appunto l’altra faccia della medaglia, ovvero la nuova pianta organica della società.

Infatti, la Sasi SpA ha 150 dipendenti e secondo indiscrezioni con il riordino dell’organico verrebbero creati almeno una quarantina di dirigenti e quadri senza concorso e con aumenti di stipendio fino a 500 euro al mese. Questi gli intenti del Cda formato dallo stesso Di Vito, dal presidente Domenico Scutti, anche lui di estrazione Pd, e dal vice-presidente  Vincenzo Palmerio, Udc, ai quali si troveranno di fronte i rappresentanti delle sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl convocati a Lanciano per il prossimo 6 giugno. Promozioni e avanzamenti di carriera che costerebbero alla comunità 300mila euro e a regime di 400 mila euro e che potrebbero essere regalati prima che cessi il mandato del CdA fissato per fine giugno. Dinanzi a quella che sembrerebba una sveltina dell’ultim’ora alquanto deprecabile, quando alcuni dipendenti aspettano di essere regolarizzati tramite e concorso e alcune imprese fornitrici aspettano il saldo dei loro crediti, toccherà soprattutto ai sindaci avallare o meno la proposta che verrà messa sul tavolo da Scutti e C.

Lu. Spa.

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