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Allarme Wwf: “Ecatombe di lupi in Abruzzo”

(foto Wwf-Repertorio)
(foto Wwf-Repertorio)

“Siamo estremamente preoccupati per il futuro della preziosa fauna abruzzese che ogni giorno perde esemplari quasi sempre a causa dell’uomo, come accaduto anche con l’ultimo orso morto sull’autostrada. La tutela del patrimonio di biodiversità della regione, di valore europeo, lascia sempre di più il passo all’incuria delle istituzioni preposte.”
Questo il commento del presidente facente funzione del Wwf Italia, Dante Caserta, in merito ai continui decessi verificatisi tra i lupi abruzzesi, sembrerebbe a causa di un ceppo di cimurro nuovo per la regione. Sono 34 gli esemplari ritrovati morti dall’inizio dell’anno e il timore è che possano venir contagiati anche i cuccioli di orso.
Sotto accusa l’atteggiamento superficiale della politica: “Da anni chiediamo pubblicamente interventi sulle strade, – accusa il presidente Caserta – promuovendo anche incontri presso le nostre oasi, come quella del Sagittario che ha realizzato nel suo piccolo interventi seppur limitati sulle strade del Comune di Anversa degli Abruzzi. A tutto ciò nessun atto concreto dalle principali istituzioni è seguito, quando basterebbe introdurre semplici accorgimenti nei lavori di manutenzione straordinaria da parte degli enti gestori delle strade. Ormai esistono sensori che allertano gli automobilisti in caso di presenza di animali sulle carreggiate. Si possono installare rallentatori nei tratti più rischiosi, alcuni dei quali conosciuti da decenni, come quello tra il bivio della Camosciara e Villetta Barrea oppure quello sulla Sannite a Villalago. Oppure si possono impiegare autovelox, riuscendo anche a reprimere il fenomeno delle vere e proprie gare che si svolgono lungo alcune di queste strade”.
Riguardo le recenti morti dovute alla diffusione di un nuovo ceppo del cimurro (nuovo per l’Abruzzo) “il sospettato è l’uomo per via della presenza di cani non vaccinati e di un continuo via vai tra Italia e l’estero, soprattutto dall’Est Europa. Anche in questo caso – sottolinea il presidente del Wwf Italia – sono indifferibili interventi radicali sul territorio, con vaccinazioni a tappeto e forti limitazioni nell’introduzione degli animali nelle aree naturali, escludendo quelle non indispensabili per ragioni di lavoro, come nel caso degli allevatori, e sottoponendoli comunque a stretta sorveglianza sanitaria”.

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