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Debito del Sistema idrico, paghino i responsabili

FirmaEsposto.jpgChe la questione dei debiti dell’intero sistema di gestione delle risorse idriche avrebbe avuto conseguenze anche pesanti era facilmente deducibile. Oggi il primo passo è stato fatto con la firma pubblica, nel corso della conferenza stampa tenuta stamane, da parte di  WWF e Abruzzo Social Forum di un esposto alla Corte dei Conti ed alla Magistratura ordinaria “per verificare i danni per la collettività e accertare le responsabilità sulla malagestione dell’acqua in Abruzzo”.

I rappresentanti dei due sodalizi vogliono che sia fatta chiarezza sui dati diffusi dal Commissario Straordinario Pierluigi Caputi sullo stato del servizio idrico integrato che avrebbe un cumulo di debiti calcolabile in 300 milioni di euro.

Per le due organizzazioni l’indignazione per tale grave situazione non deve ridursi ad un mero scontro di potere, in quanto sono i cittadini che rischiano “di subire e pagare una riorganizzazione del servizio idrico realizzato dall’alto, dove al clientelismo e alla lotta tribale tra fazioni partitiche che hanno spolpato il sistema e di conseguenza i cittadini si rischia di sostituire un potere verticistico e, nel medio e lungo periodo, altrettanto opaco, inefficiente ed inefficace in assenza di una radicale svolta che permetta la reale partecipazione dei cittadini alle scelte e una forte iniezione di trasparenza”.

Nel corso della conferenza non sono state risparmiate stoccate allo stesso Commissario Caputi, reo, secondo gli intervenuti, di aver “ostacolato ogni forma di partecipazione dei cittadini, che hanno dovuto, tra l’altro, promuovere ben due ricorsi al TAR su altrettanti piani d’ambito elaborati dal Commissario senza alcuna forma di partecipazione, né formale, attraverso la Valutazione Ambientale Strategica, né sostanziale, attraverso la promozione di incontri pubblici”.

Per Renato Di Nicola, portavoce del Forum Acqua dell’Abruzzo Social Forum “Il movimento per l’acqua pubblica denuncia da anni assieme al WWF il completo fallimento della gestione del servizio idrico integrato in Abruzzo. Per anni le nostre fondate e circostanziate analisi circa le criticità del sistema non sono state tenute in considerazione e non possiamo dimenticare che nello scandalo dell’acqua contaminata di Bussi, così come in tante altre vicende problematiche collegate alla gestione, dal tentativo di vendita dell’acqua alla Puglia ai potabilizzatori, dal Piano di Tutela delle Acque alle tariffe, la Regione stessa ha giocato un ruolo non marginale che solo l’azione dei cittadini dal basso ha fatto emergere e rintuzzato. I cittadini rischiano di rimanere vittime per la seconda volta se si apre esclusivamente uno scontro di potere invece di ripensare il servizio basandolo sulla trasparenza e sulle forme di democrazia partecipata che da anni propugniamo.

La grande partecipazione al referendum dimostra  che i cittadini vogliono incidere costantemente sulle scelte che riguardano il loro futuro; sarebbe l’ennesima occasione persa non tener conto di questa grande forza democratica. Purtroppo dobbiamo constatare che la nostra proposta di legge regionale di riordino, promossa dal basso proprio dalle forze sociali che in questi anni hanno dimostrato di avere veramente a cuore le sorti del servizio idrico, non sta ricevendo l’adeguata attenzione”.

Luciano Di Tizio, presidente del WWF Abruzzo, ha chiarito la posizione irremovibile dell edue organizzazioni:  “Stamattina abbiamo inviato alla Corte dei Conti e alle 6 procure interessate il comunicato stampa di ieri del Commissario assieme agli altri atti ufficiali che ha prodotto relativi alla situazione economica-finanziaria e gestionale delle società e degli ex ATO. Auspichiamo che tutte le forze responsabili facciano altrettanto. Qualche amministratore dovrà pagare e rispondere di queste situazione e faremo di tutto affinché non siano le tasche dei cittadini a dover rimettere le cose a posto. Non è più rinviabile il riordino delle società di gestione che può essere realizzato in pochi mesi; da subito, però, ci attendiamo l’avvio di azioni di responsabilità da parte dei Sindaci attuali nei confronti di tutti coloro che hanno predisposto ed approvato i bilanci che presentano tali criticità”.

Di Tizio ha poi voluto accentare l’impatto che la disastrata condizione degli Ato avrà anche sulla tutela ambientale: “Il WWF è estremamente preoccupato per l’impatto di questa situazione su reti e depuratori. I tassi di perdita sono incredibili – circa il 45%. Senza investimenti, per tappare questi buchi, si pensano “soluzioni”  che seguono solo la logica dell’emergenza con nuove e diffuse captazioni. Tutte iniziative che non fanno altro che aumentare la pressione sull’ambiente facendo perdere ancora più acqua dalle reti colabrodo lungo il viaggio verso le nostre case. I fiumi abruzzesi già oggi non rispettano gli obiettivi di qualità fissati dall’Unione Europea, visto che ben il 65% delle stazioni di monitoraggio dell’ARTA  non è nella classe “buono”. L’assenza di investimenti sulla depurazione non farà che peggiorare tale disastro”.

Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)

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