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Vasto e la villa confiscata, affidata la gestione

Ci sono voluti tre anni e tre bandi di gara, di cui due andati deserti, ma alla fine l’amministrazione comunale l’ha spuntata. La villa confiscata di via dei Bontempi, all’Incoronata, diventerà una comunità socio-educativa per minori, consentendo alla città di avere finalmente a disposizione una struttura sociale di grande utilità.

L’elegante immobile ricevuto dal Comune nel 2012, con decreto del direttore dell’Agenzia nazionale per la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, è stato aggiudicato alla società Araba Fenice di Vercelli, l’unica a presentare la proposta progettuale alla scadenza del termine fissato nel bando.

Nello specifico la Commissione presieduta dal dirigente Vincenzo Toma e composta da Michele Bevilacqua, Giuseppe Molino e Teresa Conti ha attribuito alla società piemontese un punteggio di 42 punti per l’impatto del progetto nel contesto territoriale di riferimento, per la sua rispondenza alle caratteristiche strutturali dell’immobile, per la pregressa esperienza nella gestione di progetti simili e per il canone mensile offerto di 1.600 euro. Inutile dire che la notizia è stata accolta positivamente in città, dove tutti si auguravano una destinazione a fini sociali della villa, proprio per non correre il rischio che quella struttura restasse inutilizzata e alla mercè dei vandali.

Soddisfatto il sindaco Francesco Menna che, insieme all’assessore alle politiche sociali Lina Marchesani ha fortemente creduto nel progetto.

“Dopo due bandi andati deserti e difficoltà a non finire siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo”, è il commento del primo cittadino, “non solo avremo una struttura socio-educativa andando  a colmare una evidente carenza, ma incasseremo 1.600 euro al mese, con un abbattimento dei costi  per i ricoveri dei minori. La società che si è aggiudicato il bando, inoltre, si occuperà a proprie spese della ristrutturazione e dell’adeguamento dell’immobile”.

L’iter che ha portato all’assegnazione in concessione del fabbricato per la durata minima di sei anni è stato irto di difficoltà.  La prima gara per l’affidamento della gestione di una Casa Famiglia per minori, in regime residenziale e semi-residenziale è stata indetta a marzo 2016, ma è andata deserta per mancanza di offerte. A quel punto il Comune decise, a distanza di un anno, nel giugno 2017, di indire un nuovo bando modificando le tariffe giornaliere per l’accoglienza ordinaria e il canone di concessione annuale (non più 10mila, ma solo mille euro).

Ritocchi che non sono serviti a rendere più appetibile l’offerta visto che anche la seconda gara andò deserta. A quel punto l’amministrazione pensò di utilizzare la villa come “Casa della musica”, ma poi decise di ritornare all’originale destinazione: un centro per l’accoglienza dei minori.

Anna Bontempo (Il Centro)

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