domenica, Aprile 20

Parte da Cupello la raccolta di firme per migliorare il servizio idrico

Condividi

Una petizione popolare per impegnare la Sasi e l’amministrazione comunale a mettere in atto una serie di azioni per una gestione migliore. L’iniziativa, promossa dal gruppo consiliare Officina Cupello, è stata lanciata domenica nel corso di una assemblea pubblica  dal tema “Diritto all’acqua, tra crisi idrica e mancati investimenti”, organizzata in collaborazione con l’associazione Acqua Nostra,  che ha registrato la partecipazione di numerosi cittadini. 

“L’acqua è un diritto,  non un bene”, ha esordito Patrizio D’Ercole, presidente dell’associazione, “e non è di destra, né di sinistra”. Ha poi puntato il dito sulle responsabilità dei sindaci (“che non esercitano il controllo analogo”) e lanciato un campanello d’allarme.

“Tutte le criticità legate alla gestione e il sistema che non funziona potrebbero diventare un alibi per la privatizzazione”, ha rimarcato D’Ercole. 

Nel corso dell’incontro sono stati sviscerate tutte le problematiche legate alla erogazione idrica e alle continue interruzioni. 

L’assemblea pubblica è stata anche l’occasione per lanciare la petizione popolare  che Officina Cupello si augura possa essere raccolta e declinata da tutti gli altri comuni.  Queste le richieste: un provvedimento urgente che induca il gestore Sasi a non esigere e a risarcire i corrispettivi del servizio non prestato nei confronti dell’utenza che ha sofferto l’interruzione nell’approvvigionamento dell’acqua potabile nei mesi da poco trascorsi e a erigere un protocollo risarcitorio per i danni subiti dagli utenti a causa della mancata erogazione del servizio;  richiesta dell’apertura di un serio tavolo di confronto tecnico giuridico in ordine alle linee programmatiche di intervento immediato per la riduzione della crisi idrica dando la possibilità alle associazioni di accedere ad ogni atto ritenuto utile per lo studio della problematica;  verifica istituzionale e richiesta di un numero telefonico di pronto intervento territoriale che possa mettere in atto azioni immediate e tempestive sul territorio in tutti i casi di interruzione, senza necessità di comporre altri numeri telefonici (come da normativa Arera), capace di fornire al segnalante istruzioni sui comportamenti e sui provvedimenti generali da adottare nell’immediato per tutelare la propria e l’altrui incolumità, in attesa dell’arrivo sul luogo della squadra di pronto intervento. Il documento impegna l’amministrazione comunale “a pretendere  l’elaborazione di piano di crisi/emergenza sia per il comune sia per i cittadini; a pretendere maggiori unità lavorative tecniche che siano formate riguardo alla conoscenza particolareggiata delle reti idriche del territorio e a far sì che sviluppino turni di monitoraggio e non di reperibilità dato che, quest’ultima, interviene a danno già avvenuto; richiesta di acquisto di un cerca perdite che eviterebbe la demolizione di chilometri di strade alla ricerca del danno; richiamo alla Sasi riguardo al rispetto del calendario degli orari programmati in merito alle chiusure e/o alle riduzioni di potenza, concordato con il Comune; mappatura delle aree critiche e delle perdite di acqua potabile.  E infine “la nascita di un vero e autentico controllo analogo finora mai esistito, che permetterebbe un monitoraggio continuo e veritiero di tutti gli investimenti, delle reali necessità del territorio e della conduzione gestionale delle reti idriche e del gruppo dirigente del gestore”. 

Anna Bontempo (Il Centro)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.