La pericolosità della Fondovalle Trigno, una arteria importantissima per i collegamenti tra il Tirreno e l’Adriatico, continua a far discutere. Soprattutto dopo il gravissimo incidente stradale di domenica scorsa che ha fatto registrare sei feriti.
Sull’argomento oggi interviene Antonio Turdò, presidente dell’Associazione Pro Trignina.
“La maggiore sicurezza invocata da tanti è sicuramente una buona notizia. Per l’immediato, però, sarebbe il caso di rendere omogenei i limiti stradali e non torniamo indietro. Invece di chiedere l’intervento del Ministro Matteo Salvini chiediamo subito fatti concreti. Chiediamo alla politica che da Trivento a San salvo la nostra statale 650 venga trasformata in una variante con il raddoppio delle corsie. Due corsie per ogni senso di marcia divise da una barriera. In questo modo, impedendo salti di careggiata, si evitano incidenti frontali. Qualcuno sosterrà che ci vuole tempo, ma se nessuno comincia a lavorare all’idea, il problema non si risolve. Vanno redatti progetti di fattibilità e sempre l’impegno finanziario nei fondi pluriennali Anas. In caso contrario il raddoppio della Trignina non si farà mai”.
Da anni il Comitato da me presieduto ripete queste cose.
“In molti casi abbiamo trovato politici che hanno fatto spallucce oppure che non sono stati consistenti, seri ed immediati nell’agire. Il risultato, come si può vedere, è che su questa strada avvengono decine e decine di gravi incidenti, con morti e feriti”.
Poi, Antonio Turdò, ha aggiunto: “Sarà importante attivare degli autovelox per obbligare gli automobilisti a rispettare i limiti stradale di 90 km orari. Vogliamo e lo abbiamo chiesto in questi anni più volte, una omogeneità del limite di velocità. Che senso ha avere il limite di 70 km orari dal bivio di Tufillo a quello di Mafalda per una lunghezza di 1,8 chilometri? Ci sono automobilisti che percorrono la Trignina a velocità di molto superiore ai limiti.”
Paola Calvano