Taha Bouddetta, 39 anni, operaio di origine tunisina residente a Fresagrandinaria , finito in carcere a maggio dello scorso per proselitismo su Facebook, è tornato ad essere un uomo libero. Le porte del carcere di Sassari si sono aperte per lui venerdì. Bouddetta, arrivato in Italia tramite un programma di protezione per i rifugiati, subito dopo il suo arresto era stato trasferito nel carcere sardo.
A scriverlo, stamane, sulla pagina di Vasto del quotidiano dell’Abruzzo Il Centro, è la collega Paola Calvano.
Nei prossimi giorni è previsto il suo ritorno a Fresagrandinaria, il paese del Vastese in cui viveva con la moglie prima della disavventura giudiziaria. Caduta l’accusa di associazione terroristica e restando in piedi solo l’apologia, sono scaduti i tempi massimi della misura cautelare.
Soddisfatto il difensore dell’uomo, l’avvocato Carmine Petrucci. Il 39enne ora potrà riabbracciare la moglie Aisha che lo ha sempre difeso.
Le accuse per il cittadino tunisino erano molto gravi: terrorismo di stampo islamico e proselitismo attraverso Facebook. Tuttavia , sia la Cassazione che il tribunale del Riesame hanno annullato l’ordinanza. A carico del 39enne resta in piedi solo l’accusa prevista dall’articolo 414 del codice penale, ossia istigazione a delinquere. L’avvocato Carmine Petrucci è al lavoro per fare annullare anche questa accusa. Bouddetta è arrivato nel comune del Vastese con un programma di protezione dedicato ai rifugiati.