La Corte d’appello dell’Aquila ha depositato le motivazioni della sentenza con la quale ha riformato la sentenza di primo grado emessa a settembre 2022 dal Tribunale di Vasto, stabilendo il non doversi procedere nei confronti di Fabrizio Marchetti. L’ex presidente del Consorzio di bonifica sud di Vasto era stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali, per il reato di peculato.
A scriverlo, nei giorni scorsi, sul quotidiano dell’Abruzzo Il Centro, è stata la collega Paola Calvano.
Nella sentenza di primo grado il tribunale di Vasto aveva ritenuto l’ex presidente dell’ente consortile colpevole. Secondo le accuse Marchetti fino al 2015 aveva presentato rimborsi spesa ritenuti non meritevoli di ristoro dai giudici del tribunale di Vasto che per questo lo avevano condannato. Accusa sempre rigettata da Marchetti che ha ricordato e dimostrato di essersi semmai ridotto di un terzo la retribuzione riuscendo con il suo operato ad invasare la diga dopo oltre 25 anni di tentativi andati a vuoto. La Corte aquilana in accoglimento del ricorso presentato dagli avvocati Arnaldo Tascione e Pierpaolo Andreoni ha dichiarato quindi l’insussistenza del reato di peculato.
“In accoglimento dell’appello”, hanno confermato alla collega del Centro i difensori di Marchetti “la Corte ha riformato in senso favorevole all’ex presidente la sentenza, eliminando la grave accusa del peculato , derubricandola in truffa , atteso che non sono emersi i presupposti che danno origine al reato di peculato in danno della pubblica amministrazione . La Corte ha revocato tutte le statuizioni accessorie e la condanna al risarcimento dei danni pronunciata in favore del Consorzio di bonifica sud che si era costituito parte civile “.