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La Uil: “La Denso porti fondi e lavori”

Mancano meno di tre settimane alla fine della cigs alla Denso di San Salvo. I sindacati sono al lavoro per trovare una soluzione che faccia tornare il sereno fra i lavoratori seriamente preoccupati.

A scriverlo, nei giorni scorsi, sulla pagina di Vasto del quotidiano dell’Abruzzo Il Centro, è la collega Paola Calvano.

” Va rinnovata la cassa integrazione”. Su questo non ha dubbi il segretario della Fiom, Alfredo Fegatelli.

E’ necessario tornare al Mimit, Ministero delle Imprese e del Made in Italy. L’incontro era previsto a settembre ma non siamo mai stati convocati “, sottolinea Fegatelli.

“Tornare al Mimit è fondamentale per fare illustrare il piano industriale “. E sul piano industriale la Uilm non lesina critiche.

” A monte dei problemi della Denso di San Salvo”, dice Nicola Manzi “non c’è solo la crisi del mercato auto ma anche il mancato rispetto da parte delle direzione aziendale degli accordi stipulati nel 2021 e nel 2022 che prevedevano un impegno di investimenti per 56 e 65 milioni di euro . Per arginare la crisi abbiamo condiviso le uscite volontarie . Con questa ulteriore riduzione Denso dai 1180 dipendenti del 2021 passerà a 630 addetti . Nonostante questo, persiste la cig. Augurandosi che venga prorogata, la Denso deve fare i suoi passi e portare lavoro : nuovo lavoro, nuove produzioni a San Salvo per assicurare la sopravvivenza di una delle più importanti aziende abruzzesi “.

Il 18 ottobre da San Salvo partirà una delegazione che parteciperà allo sciopero nazionale.

” Pur fiduciosi in un rinnovo della cig”, afferma Marco Laviano della Cisl “resta da vedere fino a quando sarà prorogata. Lo scenario è triste. La mancanza di materie prime e il profondo rosso del settore auto renderanno indispensabile la cig anche nel 2025. Gli ammortizzatori sociali sono tuttavia un palliativo. La società deve riprendersi il mercato anche in maniera diversa. Non si può attendere la transizione. Serve reinventarsi. Servono missioni produttive. Un serio piano industriale che dia garanzie ai dipendenti che restano. Il periodo di cig dura da troppo tempo. Noi saremo a Roma per far capire al Governo italiano ed europeo che la transizione non è più socialmente sostenibile. C’è bisogno di un accordo di sviluppo. Aiuti alle aziende e alle famiglie che hanno salari ridotti a zero. Dobbiamo difendere le nostre competenze e gettare le basi per un futuro migliore “.

Nicola Amicucci ( Fusmic ) è d’accordo con i colleghi e con loro questa settimana sarà al lavoro per trovare soluzioni. Le maestranze sperano che da Roma arrivino notizie entro la settimana. Molti di loro hanno accettato e sono disposti ad accettare ancora sacrifici e cassa integrazione con la conseguente riduzione degli emolumenti mensili. In cambio chiedono certezze per loro e per le loro famiglie.

 

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