L’inadeguatezza di Marsilio e della sua giunta si appalesa, con tutta evidenza, nella risposta all’ultima nota di Tavares, e a farne le spese sono lo sviluppo industriale e l’economia dell’Abruzzo.
L’amministratore delegato di Stellantis, dopo aver dato rassicurazioni (in modo, per la verità, poco convincente) sul futuro della ex Sevel di Atessa richiama le istituzioni pubbliche alle proprie responsabilità. Dice, in sostanza, che ci vogliono – per essere competitivi nel mercato globale – infrastrutture viarie, portuali, ferroviarie, degne di un paese europeo; ci vogliono approvvigionamenti energetici più efficienti e meno costosi. Tutte cose evidenti e necessarie, che 22 comuni della Val di Sangro (tra cui Atessa) si erano permessi, nel 2021, di articolare in una proposta di CIS, Contratto Istituzionale di Sviluppo, concepito con il concorso di dirigenti ex Sevel, Honda e altre fabbriche, e di funzionari di Palazzo Ghigi dell’epoca. Avevamo aggiunto la richiesta di un centro per l’innovazione e la ricerca per non essere solo luogo di assemblaggio di pezzi manufatturieri, ma per partecipare allo studio dei veicoli del futuro. Chiedevamo, in quel documento, anche alcune opere pubbliche per rendere più vivibile e attrattivo il territorio a coloro che qui vivono e lavorano.
Era una proposta, sicuramente ambiziosa, che poteva essere accolta in tutto o in parte, corretta, o integrata. Un progetto concreto e aperto al confronto, insomma, che raccoglieva molte delle richieste fatte nel 2013 dal compianto Marchionne in occasione di una sua visita nello stabilito della Val di Sangro. Un progetto per “l’industria sostenibile”, presentato direttamente al ministro dell’epoca per la coesione e il sud, Mara Carfagna, che lo riconobbe degno di attenzione.
Abbiamo scavalcato la Regione andando direttamente a Roma? Abbiamo commesso un “reato di lesa maestà?”
Marsilio, nella sua meschinità, invece di insultarci e affermare ridicolmente che la proposta di CIS Val di Sangro “non esiste” farebbe bene a ricordare che anche lui era andato a Roma dalla Carfagna a perorare un CIS per le piste da sci nell’Alto Sangro, un progetto che aveva le gambe corte perché – come spiegò la Carfagna – era di competenza del ministero dello sport.
Nel 2022, dopo che l’agenzia per la coesione, diretta dal dottor Esposito, aveva inviato alla Regione e al Comune di Atessa una nota chiedendo di presentare una proposta condivisa, sono andato personalmente da Marsilio per cercare di discutere e lavorare insieme con lui all’unico CIS possibile, ovvero quello proposto dai comuni della Val di Sangro. All’incontro parteciparono due assessori regionali e un direttore di dipartimento. La risposta fu picche. Anzi, il Presidente mostrò un certo fastidio.
Risultato è che l’Abruzzo non ha avuto né il “CIS sciistico”, né quello per “l’industria sostenibile”, l’unico rispondente a criteri di finanziamento del PNRR. Negare questi fatti, distorcerli, caro Presidente, per nascondere la propria inadeguatezza, salvare la faccia, alimentare una sterile contrapposizione politica, è davvero puerile e meschino soprattutto adesso che la drammatica situazione della ex Sevel (oggi Stellantis) richiederebbe la capacità di imparare dai propri errori, e compiere uno sforzo condiviso per scongiurare il ridimensionamento della fabbrica e salvare migliaia di posti di lavoro.