Ancora un rinvio per il Civeta. L’assemblea dei sindaci, convocata dal presidente del Cda, Giuseppe Silvestri alle 9.30 di venerdì e al cui punto all’ordine del giorno figurava la trasformazione della società in azienda speciale consortile per salvare i fondi del Pnrr, è stata revocata. Rinviato a data da destinarsi anche il colloquio dei candidati – sono in tutto diciassette – che hanno risposto alla selezione pubblica per l’assunzione di un direttore generale con uno stipendio di 100mila euro l’anno.
La prova era stata inizialmente fissata per il 4 luglio. Non si sa se questi continui rinvii hanno a che fare con le divisioni esistenti fra i sindaci. Certo è che non sarà possibile procrastinare oltre la decisione di tornare ad essere Consorzio a soli due anni di distanza dall’avvenuta trasformazione in società di capitali (Srl),indicata a suo tempo come la soluzione che avrebbe salvato il polo impiantistico di Cupello, salvo poi scoprire che il nuovo assetto societario ha messo in pericolo 35 milioni di fondi Pnrr. A puntare l’indice contro la gestione del Civeta è il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia di Vasto.
“La gestione del Civeta continua a presentare criticità insostenibili e non rispecchia in alcun modo i principi di virtuosità ed efficienza, aspetti cruciali considerando che il comune di Vasto detiene il 44% delle quote”, attaccano Vincenzo Suriani, Francesco Prospero e Guido Giangiacomo, “e’ davvero necessario mantenere un consiglio di amministrazione con 5 consiglieri? È giustificabile la nomina di un direttore generale con uno stipendio così elevato ? Riteniamo di no. Il tempo delle decisioni rimandate è finito; è ora di adottare misure rapide e corrette. Già abbiamo espresso forti critiche riguardo alla gestione superficiale della trasformazione del Civeta da consorzio a società di capitali che ha comportato spese significative per perizie, consulenze e rogiti notarili. Ora, per rimediare a questa frettolosa e mal gestita trasformazione, si sta procedendo con un ritorno alla forma consortile, il che comporta ulteriori spese a carico dei contribuenti. È fondamentale salvaguardare i fondi del Pnrr e per questo motivo auspichiamo un ritorno alla forma consortile. Tuttavia, ci opponiamo fermamente alla scelta di un direttore generale con un alto stipendio e di un Cda composto da 5 consiglieri”.
Anna Bontempo (Il Centro)