mercoledì, Marzo 26

Arsenico nei terreni di Eco Fox, l’azienda: “Noi non c’entriamo”

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Effettuano indagini su un terreno di riporto e scoprono il superamento dei valori di soglia di alcune sostanze, tra cui l’arsenico “non riconducibile al ciclo produttivo della ditta”. Succede alla Eco Fox di Punta Penna. L’azienda che produce biodiesel e che ha in corso un progetto per l’ampliamento, l’ammodernamento ed efficientamento dello stabilimento, ha comunicato il dato al Comune ritenendosi soggetto non responsabile dell’eventuale contaminazione del sito.

Della questione si è venuti a conoscenza in questi giorni in seguito alla pubblicazione all’albo pretorio dell’ente del “piano di caratterizzazione” predisposto dall’azienda e della convocazione della conferenza dei servizi che ha la finalità di acquisire più pareri e nulla osta da parte di diverse amministrazioni..

“Abbiamo rinvenuto arsenico, superiore ai limiti consentiti, in un terreno di riporto nella porzione storica dello stabilimento”, spiega l’ingegner Claudio Pepe, amministratore delegato della Eco Fox, “ si tratta di una sostanza che non è presente nel nostro ciclo produttivo, quindi non siamo noi i responsabili della contaminazione. Abbiamo proposto ulteriori indagini e trasmesso un elaborato tecnico denominato “piano di caratterizzazione” che deve essere autorizzato”.

Nello specifico sono stati proposti due sondaggi alla profondità di due metri, fino al rinvenimento del terreno naturale nei pressi del piezometro MW1, da dove sarà prelevato un campione caratteristico da sottoporre ad analisi. Un altro sondaggio a cinque metri di profondità ad ovest del piezometro PZ2 bis dal quale prelevare campioni di terreno da sottoporre ad analisi chimica e un piezometro profondo dieci metri dal piano di campagna ubicato tra il PZ11 e le pensiline di carico, con prelievo di campioni di terreno e di acqua.

In aggiunta sarà effettuato un monitoraggio completo da tutti i piezometri presenti nell’area.

La comunicazione relativa al superamento dei valori di soglia risale a circa un anno fa. La ditta si ritiene “soggetto non responsabile” e quindi non tenuto agli interventi di bonifica. La stessa Provincia con una nota inviata lo scorso mese di agosto dichiara di “non avere elementi sufficienti ad individuare il responsabile della contaminazione”.

La Eco Fox ha comunque avviato, come intervento di messa in sicurezza in emergenza, lo spurgo periodico dei piezometri rinvenuti non conformi e alle analisi chimiche a cadenza mensile per verificare l’evolversi della situazione.

La Eco Fox, nata dalla riconversione della ex Svoa (società vastese oli vegetali), viene considerata una delle aziende leader nella produzione e nella commercializzazione di biocarburanti avanzati di seconda generazione.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

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