L’esplosione di ieri alla Sabino è solo l’ultimo di una serie di incidenti che si sono verificati nell’azienda di Casalbordino: dodici esplosioni negli ultimi 30 anni.
La prima nel 1992 quando il 48enne, Bruno Molisani rimase ucciso dall’innesco di una spoletta. Altre tre vittime il 21 dicembre del 2020, quando il 54ene Carlo Spinelli di Casalbordino e i 45enni Paolo Pepe di Pollutri e Nicola Colameo di Guilmi morirono mentre maneggiavano una cassa contenente razzi di segnalazione.
Nel 1999 la Esplodenti Sabino fu coinvolta in un’inchiesta per 10 tonnellate di esplosivo detenute illegalmente. Ci fu un’interrogazione parlamentare e si parlò anche di sospetti su alcuni quantitativi inviati in Medio Oriente e nella ex Jugoslavia, ma senza poi approdare a nulla.
Considerando anche le imprese del settore pirotecnico, la lista dei precedenti in Abruzzo si allunga. Il 15 luglio del 1994, 6 morti e 4 feriti quando a Balsorano saltò in aria la fabbrica di fuochi d’artificio Cancelli. Il 25 luglio del 2013 a Città Sant’Angelo quattro persone morirono a seguito di un’esplosione alla fabbrica Di Giacomo. Nel luglio del 2014, a Tagliacozzo, saltò in aria la ditta Paolelli, specializzata in prodotti pirotecnici: tre i morti. L’ultima tragedia a febbraio scorso alla Di Blasio Firewoks di Teramo: altra esplosione e altra vittima, un operaio di 62 anni.
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