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Museo dei capodogli, prima servono analisi

 “Prima di procedere al recupero degli scheletri  dei capodogli spiaggiati occorre verificarne lo stato di conservazione”. Vincenzo Olivieri, presidente del Centro Studi Cetacei di Pescara, indica la strada per procedere all’eventuale  dissotterramento dei resti dei tre dei sette cetacei che il 12 settembre 2014 si arenarono sulla  spiaggetta di Punta Penna, nella riserva naturale di Punta Aderci, morendo subito dopo, mentre gli altri quattro ripresero il largo.  Le loro carcasse vennero seppellite in una località segreta. Si parla da tempo di un “museo a cielo aperto” in ricordo di quella indimenticabile giornata, ma è lecito chiedersi se a distanza di nove anni da quell’eccezionale evento che occupò le cronache nazionali, gli scheletri dei tre capodogli sono ancora integri.

“Difficile dirlo, bisogna verificare il loro stato di conservazione che è anche in relazione al terreno dove sono stati seppelliti”, sostiene Olivieri, “sono stato contattato  dalla vice sindaca del comune di Vasto, Licia Fioravante, ma abbiamo dovuto rinviare l’incontro. Non appena avrò l’occasione di incontrarla le dirò che è necessario fare delle esplorazioni  prima di intervenire per il recupero. Bisogna accertare lo stato di conservazione degli scheletri dei capodogli che hanno le vertebre come spugne ripiene di sostanza oleosa. C’è bisogno di fare un sondaggio: si va a scavare con un piccolo mezzo meccanico e si recupera almeno una vertebra per accertare  lo stato di conservazione. Ci deve essere un primo intervento esplorativo prima di procedere al recupero. Dove possono essere conservati i resti? “, prosegue il presidente del Centro Studi Cetacei di Pescara, “ci vuole una struttura coperta, almeno con una tettoia. Da parte nostra c’è totale collaborazione per la preparazione degli  scheletri in vista di una loro esposizione. Sarebbe bellissimo se si riuscisse a trovare uno spazio a Punta Penna, cioè nello stesso luogo dove si è verificato l’evento”, conclude il veterinario. Nel frattempo il Comune, in attesa di poter verificare la fattibilità del recupero dei resti dei cetacei sta lavorando ad un progetto che prevede la realizzazione di bacheche espositive e di percorsi educativi-didattici per le scolaresche.

Anna Bontempo (Il Centro)
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