Per i primi mesi di questa vicenda, a causa di queste accuse infondate non ha potuto vedere neppure la figlia piccolissima. Numerose le contraddizioni e le incongruenze delle dichiarazioni della persona offesa e dei famigliari di lei che sono state evidenziate in fase di appello.
La richiesta della Procura Generale di L’Aquila è stata la conferma della sentenza di 5 mesi di reclusione, mentre la Corte, accoglieva l’appello e riformava parzialmente la sentenza del Tribunale di Vasto, condannando l’imputato a soli euro 1.500,00 di multa.
Insomma anche altri episodi sono stati disconosicuti, nessuna vessazione, umiliazione, minaccia, offesa, intimidazione e nessuna soggezione psicologica è stata posta in essere dal mio Assistito.
Attendiamo le motivazioni per valutare ulteriore ricorso per stabilire con certezza l’assoluta innocenza del mio assistito, a cui, si ricorda, è stato impedito anche di vedere la sua piccolissima bimba, in un periodo della sua età che non tornerà più per il padre e per la piccola figlia.