E’ raccontato in più di 150mila pagine il dossier di accuse raccolte dalla DDA contro Dritan Mici, 48 anni, albanese domiciliato a San Salvo, presunto capo di un organizzazione malavitosa dedita allo spaccio e non solo. Droga, pestaggi, affari con la ‘ndrangheta, sono molte le accuse. Il 12 aprile Mici e i presunti collaboratori compariranno davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale dell’Aquila Guendalina Buccella.
Mici è tornato in libertà da un paio di mesi. Attualmente per lui c’è il solo obbligo di firma. Il difensore, l’avvocato Fiorenzo Cieri sta preparando la difesa. Per il momento l’avvocato Cieri preferisce non sbilanciarsi. Con Mici il 12 aprile saranno in aula 23 persone.
Stando alle accuse l’associazione diretta da Mici avrebbe avuto il controllo del traffico di cocaina ed eroina a San Salvo, Vasto e nel Vastese, non disdegnando affari con la ‘ndrangheta e riciclando il denaro in bar, auto e negozi. Ad alcuni di loro viene contestata la recidiva.
Diversi gli indagati che potrebbero scegliere il rito abbreviato. Diciotto gli avvocati che tenteranno di confutare le accuse molte delle quali supportate da intercettazioni: Giuseppe Sciarretta, Fabiana Panitti, Giuseppe La Rana, Sandro D’Agostino, Cristian Scaramozzino, Fabrizio Di Marco, Antonio Valentini, Antonello Cerella, Carmine Petrucci, Paolo D’Incecco, Ilario Papaleo, Giuliana De Nicola, Francesco Valentini, Alessandro Arienzo, Marisa Berarducci, Alessandro Orlando e Giovanni Di Santo promettono sorprese.
A firmare l’ordinanza di custodia cautelare un anno fa fu il giudice del tribunale dell’Aquila, Marco Billi, su richiesta della Procura della Direzione distrettuale antimafia.
A coordinare l’inchiesta che ha destato enorme scalpore nel Vastese, sono stati i procuratori Michele Renzo e il sostituto Stefano Gallo.
Paola Calvano