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Civeta, timori sul ricorso al tar di quattro Comuni

“Se il ricorso dei comuni verrà accolto il Civeta tornerà ad essere un consorzio fra enti locali e gli impianti esistenti, oltre a quelli da realizzare per un investimento pari a 35 milioni di euro, saranno dati in comodato d’uso gratuito al prossimo affidatario del servizio”. Manuele Marcovecchio, consigliere regionale e presidente della Commissione Territorio, ambiente ed infrastrutture, delinea lo scenario nel caso in cui i giudici amministrativi dovessero annullare gli atti relativi alla trasformazione societaria del Civeta di Cupello. C’è preoccupazione per il ricorso presentato dai comuni di Pollutri, Casalbordino, Monteodorisio e Villalfonsina che si sono rifiutati di firmare l’atto costitutivo della nuova società di capitali (srl).

Quella dei quattro sindaci è una iniziativa che non condivido, ma rispetto perché come ripeteva Benigno Zaccagnini “la democrazia è un sistema fondato sul presupposto che nessuno detiene la verità”, afferma Marcovecchio, “nel mio ruolo di legislatore regionale ho fatto in modo che il Civeta avesse una chance di continuità operativa e di crescita a beneficio dei nostri territori. Ho letto il ricorso: ci sono alcuni rilievi procedurali ed una questione di merito, ovverosia l’articolazione del controllo analogo. Su questo punto, già osservato da alcuni comuni ed emendato in questa prima fase, ritengo che l’assemblea dei soci abbia tutto l’interesse a migliorare e implementare la norma statutaria. È questo, a mio sommesso avviso, l’errore di prospettiva di alcuni comuni: la trasformazione del Civeta in società di capitali e’ un punto di partenza e non di arrivo”.

Come si stanno muovendo i comuni di Vasto, San Salvo, Cupello e Scerni per la nomina del Cda?

“Questo non mi è dato saperlo”, risponde il consigliere regionale, “immagino che da qui alla convocazione dell’assemblea dei soci, che finalmente verrà ripristinata dopo otto anni di commissariamento, i comuni saranno pronti per restituire una nuova governance al Civeta, espressione degli enti proprietari e, quindi, dei territori. L’auspicio è che  i prossimi amministratori vogliano difendere e valorizzare il Civeta. Non parlerei di un consiglio d’amministrazione tecnico o politico, ma formato da chi vuole impegnarsi con passione, responsabilità, studio, visione e chi, invece, intende solo occupare una sedia”.

Anna Bontempo (Il Centro)

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