Sarà uno studio legale del Molise a rappresentare e difendere in giudizio i comuni “dissidenti” nella controversia relativa alla trasformazione societaria del Civeta. Casalbordino, Monteodorisio, Pollutri e Villalfonsina danno il via alla battaglia legale annunciata nelle scorse settimane quando, a più riprese, hanno censurato lo statuto della nuova società di capitali (srl), rifiutandosi di firmare l’atto di trasformazione davanti al notaio Giovanni Maria Plasmati.
La “guerra” a colpi di carta bollata – che era nell’aria da tempo – si è concretizzata con l’incarico affidato dai quattro comuni all’avvocato Giuliano Di Pardo di Campobasso per l’assistenza e la rappresentanza degli enti davanti al Tar di Pescara, mediante l’impugnazione della delibera relativa alla trasformazione societaria del Consorzio in società “Civeta srl” e di tutti gli atti lesivi dei diritti e delle prerogative dei comuni nella loro qualità di soci-consorziati.
Con la stessa delibera si autorizzano i rispettivi sindaci – Filippo Marinucci di Casalbordino, Catia Di Fabio di Monteodorisio, Nicola Mario Di Carlo di Pollutri e Mimmo Budano di Villalfonsina – a costituirsi in giudizio per l’annullamento di tutti quei provvedimenti ritenuti “lesivi dei diritti e delle prerogative dei comuni, nonché per il risarcimento di tutti i danni patrimoniali e non subiti”.
Secondo le quattro amministrazioni comunali “nonostante le criticità rilevate e ripetutamente segnalate è stata deliberata la modifica dell’articolo 70 dello Statuto del Civeta e successivamente è stata approvata la trasformazione del Consorzio in società di capitali, con la sottoscrizione dell’atto costitutivo registrato presso la Camera di Commercio il 27 dicembre 2022”.
I quattro sindaci ritengono che il nuovo assetto societario, così come è stato attuato con la firma dell’atto da parte dei colleghi di Vasto, San Salvo, Cupello e Scerni Francesco Menna, Emanuela De Nicolis, Graziana Di Florio e Daniele Carlucci e del Commissario delle ex comunità montane, Arturo Scopino, presenti “profili di illegittimità sul piano procedurale e sostanziale”, che l’impostazione dello Statuto ed in particolare le modalità e i criteri per la rappresentanza dei comuni all’interno della società rivelano “un malcelato intento di escludere di fatto i comuni più piccoli dalla partecipazione, e quindi dalla gestione”. Altri motivi di rimostranza sono legati alla nomina del consiglio d’amministrazione, che farebbe lievitare i costi di gestione e al ristoro ambientale previsto solo per il comune di Cupello che ospita l’impianto di riciclaggio e di compostaggio di Valle Cena sul proprio territorio, ma che Monteodorisio rivendica in virtù della estrema vicinanza in linea d’aria dal polo impiantistico e dalle discariche di servizio.
Nel frattempo altri quattro comuni del Vastese – Castelguidone, Furci, Liscia e San Buono – hanno aderito alla Ecolan di Lanciano e a breve diventeranno soci a tutti gli effetti della società frentana che si occupa della gestione dei rifiuti. In seguito ai nuovi ingressi si procederà all’aumento di capitale.
Anna Bontempo
Anna Bontempo (Il Centro)