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“Arte e Memoria”: l’olocausto dimenticato di Rom e Sinti, il Samudaripen.

 “Trascorsa la Giornata della Memoria, desidero condividere alcuni momenti e appunti dell’iniziativa “Arte e Memoria” che con ANPI Vasto e Club per l’Unesco di Vasto abbiamo organizzato mercoledì scorso al Teatro Madonna dell’asilo, portando a Vasto la testimonianza dell’Unione Comunità Romanès in Italia nella figura e nella musica del suo Presidente Gennaro Spinelli, apprendendo tanto di una cultura che spesso si pensa erroneamente e arrogantemente di conoscere.
E invece abbiamo imparato tanto. Tantissimo.
Primo, che la parola “zingaro” è un eteronimo, una parola che si usa in senso dispregiativo verso un popolo. L’etnonimo, “rom”, è il termine corretto. Proprio come è sbagliato usare “gyspy”, ed è corretto “kalè”. E così via.
Secondo. Le comunità rom partirono dall’India intorno all’anno mille, attaccate dell’imperatore persiano. Quindi non per nomadismo, ma perché sono dovute andare via. Il gruppo, “domba”, si recò in Persia, dove divenne “dom”. Arrivando nel territorio armeno diventò “lom”. Arrivando infine in Europa divenne “rom”. La ruota al centro, che accomuna la bandiera indiana con quella rom, simboleggia questo viaggio millenario.
Terzo. Come per ogni asserzione, occorre scientificità e confutabilità anche per parlare di comunità rom e sinti. Non è accettabile che ognunə pretenda di saperne e discuterne, senza soddisfare quantomeno queste due condizioni.
Quarto. Che il 7% delle persone rom vive in campi nomadi. Una cifra irrisoria, di fronte a cui occorre chiedersi: lə rom sono davvero nomadi? I numeri dicono di no.
Quinto. Che c’è un olocausto ancora poco conosciuto, il Porrajmos/ Samudaripen, l’olocausto per Rom e Sinti. Un olocausto per certi versi ancora in corso: ci sono ancora campi dove di fatto un’etnia, per una scelta di politica abitativa italiana (e non per per “cultura nomade”) viene segregata.
Prima di ricordare bisogna conoscere, quindi rispettare e giudicare ogni persona per le sue azioni. Non per la sua appartenenza etnica.
Come altrove a Vasto lo dobbiamo allə nostrə circa 280 concittadinə rom.
Buona Giornata della Memoria. Ogni giorno.
P.S. per approfondire, si può cominciare da “Rom e Sinti. Dieci cose che dovresti sapere” di Gennaro Spinelli, edito da People.”
Andrea Benedetti
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