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Rifiuti, la protesta di 4 Comuni: “Noi tagliati fuori dal Civeta”

Un documento unico per esprimere contrarietà alla trasformazione societaria del Civeta che, con le modalità e i criteri previsti dal nuovo statuto,  escluderebbe i comuni più piccoli dalla partecipazione e dalla gestione. E’ la posizione emersa dai consigli comunali di Casalbordino, Pollutri e Villalfonsina che hanno deciso di non partecipare alla sottoscrizione in programma oggi alle 12 nella sede del Consorzio che gestisce il polo impiantistico a Cupello, disertando l’assemblea convocata dal Commissario Straordinario Enzo Franco De Vincentiis. Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’assemblea civica di Monteodorisio.

Non siamo e non siamo mai stati contrari alla trasformazione del Civeta in una società che potesse svolgere il servizio di gestione dei rifiuti”, è la premessa di Filippo Marinucci (Casalbordino), Catia Di Fabio (Monteodorisio), Nicola Mario Di Carlo (Pollutri) e Mimmo Budano (Villalfonsina), “e prova ne è il fatto che abbiamo cercato in tutti i modi di arrivare ad una soluzione condivisa, chiedendo tavoli, partecipando a riunioni e firmando per la proroga del Consorzio, convinti che avere più tempo avrebbe aiutato un confronto costruttivo e sereno. Purtroppo oggi ci troviamo di fronte ad uno statuto che non solo mortifica noi amministratori, ma soprattutto le nostre comunità, e che presenta tanti e tali criticità, sotto il profilo giuridico e contabile, che secondo noi nessun amministratore accorto e avveduto potrebbe e dovrebbe avventurarsi in questa iniziativa a cuor leggero. L’impostazione dello statuto ed in particolare le modalità e i criteri per la rappresentanza dei comuni all’interno della società”, proseguono i primi cittadini, “rivelano a nostro avviso un malcelato intento di escludere di fatto i comuni più piccoli dalla partecipazione, e quindi dalla gestione, della società tradendo in questo modo lo spirito con il quale è nato il Consorzio, espressione dell’intero territorio e non solo dei due/tre comuni più grandi. Con questo statuto si arriva  al risultato, per noi inaccettabile, di tagliare fuori dal Civeta le nostre comunità, senza consentirci neppure di poter decidere sul se, come e quando, dovranno o potranno essere svolti i servizi nei nostri territori. Da soci fondatori del Civeta, ci ritroveremmo tristemente a dover ricoprire nella nuova società il ruolo di ospiti e, molto probabilmente, anche indesiderati. Per tutte queste motivazioni, anche di carattere tecnico giuridico-contabile, nella qualità di soci fondatori e consorziati del Civeta e di eventuali soci della costituenda srl ci siamo trovati nella posizione di non poter partecipare alla sottoscrizione esprimendo, nei rispettivi consigli comunali delle nostre città, la contrarietà della trasformazione del Consorzio in società di capitali”, concludono Marinucci,  Di Fabio, Di Carlo e Budano.

Non è l’unica notizia che riguarda il polo impiantistico di Valle Cena: il progetto per la realizzazione di un impianto di biodigestione anaerobica per la produzione di biometano – che si è classificato secondo in graduatoria su oltre 500 progetti presentati – è stato finanziato con fondi del Pnrr pari 20,5 milioni di euro.

Anna Bontempo (Il Centro)

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