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Viaggio nel mondo del doppiaggio. Intervista a Renato Novara, voce italiana di Rufy da “One Piece” e di Ted Mosby da “How I Met Your Mother”

Continua il nostro viaggio nel fantastico mondo del doppiaggio. In questa quattordicesima tappa esploreremo parte della vita e della carriera di Renato Novara (Torino, 21 gennaio 1977), musicista, attore e doppiatore italiano, nonché voce italiana di Rufy dall’anime “One Piece”, di Edward Elric da “Fullmetal Alchemist” e “Fullmetal Alchemist: Brotherood”, di Tanjiro Kamado da “Demon Slayer” e di Ted Mosby dalla sitcom “How I Met Your Mother”. Qui di seguito potete leggere l’intervista che Renato ha gentilmente rilasciato al nostro giornale.

Salve Renato, innanzitutto può raccontarci dei suoi inizi? Com’è approdato al mondo della recitazione prima e del doppiaggio poi?

Inizialmente volevo fare il cantante, così cominciai a frequentare lezioni di canto. Poi, interpretando piccoli ruoli in muiscal e operette, decisi di iscrivermi ad un corso di teatro, che mi portò a recitare in spettacoli per ragazzi, soprattutto in giro per le scuole. Iniziai anche a lavorare presso “Radio Zainet”, stazione radiofonica sempre indirizzata ad un pubblico adolescente; quasi contemporaneamente a tutto questo, frequentavo un corso di doppiaggio e cominciai anche ad assistere a dei veri turni di registrazione. E così, da lì a poco, ottenni i primi ruoli e divenni un doppiatore a tutti gli effetti.

Lei ha prestato la voce a moltissimi personaggi, sia in serie animate che live action. Su quale dei due prodotti preferisce lavorare?

Da un lato preferisco lavorare sui prodotti in live action, perché, secondo me, permettono di crescere molto di più professionalmente, rispetto ad un cartone animato, orientale o occidentale che sia. Effettivamente ciò che si impara prestando la voce ad un attore in “carne ed ossa”, si può tranquillamente utilizzare anche quando si doppia un personaggio d’animazione. Mentre risulta più difficile fare il contrario. Però devo ammettere che i prodotti animati consentono di vivere situazioni estreme, di essere un giorno un supereroe, un giorno un alchimista ed un giorno un pirata.

Ecco a tal proposito, tra i moltissimi ruoli animati che ha interpretato, si può dire che il più iconico sia il pirata Rufy, o Luffy (in Italia noto anche come Rubber o Cappello di Paglia, n.d.r.), dall’anime “One Piece” (1999-in corso). Cosa può dirci del suo rapporto con questo storico personaggio?

Beh con lui ho sempre avuto un rapporto bellissimo, che mi ha dato e mi dà ancora molto: divertimento, esperienza, soddisfazione. Mi ricordo che inizialmente ero teso all’idea di lavorare su Rufy, forse perché iniziai a doppiarlo in serie già in corso. Col passare del tempo, però, ho imparato a conoscere meglio il personaggio, a studiarlo, a capirlo e, ovviamente, ad amarlo. Anche se devo ammettere che interpretare tale ruolo mi è costato molta fatica, soprattutto vocalmente, date le molte urla che, così come per molti altri personaggi di anime, lo contraddistinguono. Per questo motivo, infatti, sono dovuto ritornare sui banchi di scuola, iscrivendomi ad un master postuniversitario sulla vocologia e sulla gestione della voce, che mi ha permesso di supportare e sopportare meglio quelle urla e quegli enormi sforzi vocali. Quindi si può dire che, in primo luogo, Rufy mi ha consentito di migliorare la mia tecnica di doppiaggio, portandomi anche a superare e cercare nuovi limiti e sfide professionali.

Rimanendo in tema anime, oltre “One Piece”, lei ha preso parte al doppiaggio di moltissime serie di successo, tra cui “Fullmetal Alchemist” (2003-2004), “Fullmetal Alchemist: Brotherood” (2009-2010) e “Demon Slayer” (2019-in corso), delle quali interpreta i protagonisti, ovvero rispettivamente Edward Elric e Tanjiro Kamado. Quale di questi famosissimi personaggi ha preferito doppiare?

Tra i due credo di non avere un preferito, sono entrambi personaggi che ho adorato interpretare. Ma se, pistola alla tempia, fossi costretto a scegliere, penso che finirei col dire Edward Elric. Questo perché Edward ce l’ho tatuato sulla pelle, dopo tutto è stato il mio primo protagonista animato. Devo aggiungere, poi,  che quando presi parte al doppiaggio di “Fullmetal Alchemist” era ancora un periodo nel quale si lavorava con più calma e tranquillità, a differenza di oggi quando si è portati a fare tutto di corsa e con estrema fretta. Per non parlare della bellissima atmosfera che si era creata all’interno del cast di doppiatori, composto da grandissimi colleghi come Benedetta Ponticelli (voce di Alphonse Elric, n.d.r.) e diretto egregiamente dalla meravigliosa Silvana Fantini. Perciò vi dico che sono più affezionato ad Edward che a Tanjiro. E poi, diciamocelo, ogni volta che riguardo il volto di quel personaggio, mi viene un sussulto al cuore.

Renato, lei è noto anche per aver prestato la voce all’attore statunitense Josh Radnor, nei panni di Ted Mosby, protagonista della celeberrima sitcom “How I Met Your Mother” (2005-2014). Cosa può raccontarci di questa esperienza?

“How I Met Your Mother”, forse, è stata per me l’esperienza più bella e completa, assieme probabilmente ad “iCarly” (2007-2012), in cui doppio Spencer Shay (interpretato da Jerry Trainor, n.d.r.), simpaticissimo fratello maggiore della protagonista Carly. Ottenni la parte di Ted dopo un provino molto difficile, che riuscii a vincere inaspettatamente, dato che tra le potenziali voci in gara ero, con molta probabilità, quella più scarsa. Inaspettato fu anche il successo della sitcom in Italia, poiché all’inizio venne molto sottovalutata e screditata dal pubblico nostrano. Mi sono divertito da morire a lavorare su questo prodotto e poi mi sono trovato davvero bene con Josh Radnor, che, tra l’altro, ho doppiato anche in altre occasioni, come nella serie “Rise” (2018). Insomma “How I Met Your Mother” è stata un’avventura indimenticabile e che, soprattutto, mi ha permesso di maturare non poco come professionista: infatti, quando mi capita di rivedere gli episodi, noto sempre l’enorme differenza che c’è tra la mia voce nelle prime due stagioni e quella nelle successive.

Tra quelli non citati, c’è un personaggio da lei doppiato, sia animato che “in carne ed ossa”, di cui conserva un ricordo particolare?

Conserverò sempre nel cuore il personaggio di Michael Banks, impersonato da Ben Whishaw, nel film live action della “Disney”, “Il ritorno di Mary Poppins” (“Mary Poppins Returns”), sequel di “Mary Poppins” del 1964. Ringrazierò sempre la direttrice del doppiaggio italiano, Fiamma Izzo, per avermi dato la possibilità di lavorare a questo lungometraggio. Difatti, ho sempre detto che avrei voluto interpretare un ruolo in un film “Disney”, in uno di Natale ed in un musical per il cinema: con “Il ritorno di Mary Poppins” sono riuscito a fare tutto in una volta. Inoltre “Mary Poppins” era il mio film preferito da bambino, quindi non dimenticherò mai l’aver interpretato Michael Banks nel seguito. Un altro ruolo a cui sono parecchio affezionato è senza dubbio Sonic, che ho doppiato in più occasioni e, specialmente, nei due recenti lungometraggi per il grande schermo, sotto la direzione del mitico Max Alto. Tuttavia, come detto, nessun personaggio potrà superare il mio caro Banks.

Ci potrebbe raccontare un aneddoto sulla sua carriera di doppiatore?

Adesso su due piedi non mi viene un aneddoto in particolare da raccontarvi, però vorrei dire che mi ritengo molto fortunato ad aver cominciato la mia carriera qualche anno fa, anziché oggi. Innanzitutto perché ho potuto partecipare al “Japan Anime Live”, un meraviglioso evento, tenutosi nel 2010, in cui i doppiatori di anime quali “One Piece” e “Fullmetal Alchemist”, provenienti da diversi Paesi come Italia, Francia e Belgio, si sono riuniti davanti ad un enorme pubblico. Inoltre, si può dire che sono riuscito, appena in tempo aggiungerei, a cavalcare l’onda dell’ultimo periodo iconico della televisione. Mi spiego meglio. Di recente, con l’avvento delle piattaforme streaming come “Netflix”, “Disney+” o “Crunchyroll”, gli spettatori hanno una vasta gamma di serie e film da poter guardare, di conseguenza l’iconicità di tali prodotti viene a mancare, perché ognuno sceglie di vedere ciò che preferisce. Invece prima, quando la televisione era il loro principale mezzo di diffusione, tali serie erano emblematiche e conosciute da tutti, nel bene e nel male. Tra l’altro ciò, personalmente parlando, mi ha permesso, grazie ai suddetti personaggi, di rimanere impresso nella mente e nel cuore di moltissimi ragazzi, che sono cresciuti con quei doppiaggi.

Per concludere, può dirci a quali progetti sta lavorando ultimamente e quali sono i suoi piani per il futuro?

Come potete immaginare, per contratto non posso dirvi troppo sui progetti ai quali sto lavorando. Ciò che posso confermare è che tra pochissimo, il 16 novembre, usciranno su “Italia 2” i nuovi episodi doppiati di “One Piece” e che dal 1° dicembre, nei cinema italiani, verrà proiettato il film “One Piece: Red”. Naturalmente, siete tutti invitati! Poi, per quanto riguarda i miei piani per il futuro, sicuramente continuerò a doppiare, ma al tempo stesso vorrei ricomparire davanti la telecamera. Con ciò intendo sia come attore che come conduttore, poiché da tempo ho il desiderio di presentare qualche programma televisivo e spero che presto possa venirmi offerto qualcosa di interessante.

Cesare Vicoli

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