Sono stati sufficienti dei paletti di legno ed alcuni cartelli per trasformare un tratto di litorale “antropizzato” , della lunghezza di 150 metri, in una fascia dunale con la tipica vegetazione. E’ successo dopo 20 anni a San Salvo Marina, nella parte di spiaggia libera compresa tra gli stabilimenti balneari “Il Cocorito” e il “Mirage”, ed è stato possibile grazie alla fattiva collaborazione tra l’amministrazione comunale e alcune associazioni ecologiste.
“La duna si è riformata in poco tempo semplicemente evitando il calpestio e, soprattutto l’intervento delle ruspe che vengono utilizzate in estate per la pulizia dell’arenile”, spiega Stefano Taglioli, coordinatore del gruppo fratino di Vasto, “è la dimostrazione che è possibile ricostruire un ambiente naturale anche su una spiaggia antropizzata, a causa dell’intervento dell’uomo, con cifre davvero irrisorie. Il tratto di fascia dunale ripristinato è lungo 150 metri e largo più di 7 metri, mentre l’effetto diffusione va pure oltre la delimitazione. In quella parte di litorale nidifica il fratino, un piccolo uccello trampoliere che è un prezioso indicatore biologico dello stato di salute delle nostre spiagge”.
In quel tratto sono stati posizionati dei paletti di legno che hanno la funzione di proteggere le dune, delimitandole.
“I paletti sono distanti dieci metri l’uno dall’altro”, annota Taglioli, “e sono collegati con delle corde. Purtroppo qualcuno è caduto da tempo, come pure un cartello. Abbiamo chiesto e sollecitato il comune di San Salvo a ripristinare la delimitazione in parte danneggiata e i cartelli, nonché di apporne di nuovi sulla parte botanica che sono pronti da tempo ma che, inspiegabilmente, non vengono collocati. A parte questo sollecito”, prosegue l’ecologista, “direi che finora la collaborazione fra l’amministrazione comunale e i volontari del Gruppo Fratino e della Stazione ornitologica abruzzese è stata buona. Anche a Vasto dovrebbero prestare attenzione alla rinaturalizzazione di alcuni tratti di spiaggia”, aggiunge Taglioli, “mi riferisco, in particolare, alla parte di litorale dove sfocia Fosso Marino, vicino al pontile. L’amministrazione comunale vastese ha speso migliaia di euro per “tombare” ed intubare il corso d’acqua in occasione del Jova Beach Party, mentre avrebbe dovuto semplicemente effettuare un intervento di rinaturalizzazione del canale come indicato nel piano del demanio marittimo comunale”.
Anna Bontempo (Il Centro)