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Recensione di “Detective Conan: Zero’s Tea Time”, spin-off di “Detective Conan”. un anime non proprio per tutti i gusti

Venerdì 29 luglio 2022, su “Netflix Italia”, è uscito “Detective Conan: Zero’s Tea Time” (“Meitantei Konan Zero No Tī Taimu”), serie animata nipponica tratta dall’omonimo manga di Takahiro Arai, a sua volta spin-off di “Detective Conan” (scritto e disegnato da Gosho Aoyama).

L’anime si incentra su Rei Furuya, soprannominato Zero (perché in giapponese la parola “rei” indica proprio il numero 0, n.d.r.), agente del “Dipartimento di Sicurezza” nipponica, nonché uno dei personaggi più popolari di “Detective Conan”.

Infatti la storia narra della vita privata del giovane, che cerca di barcamenarsi fra le sue tre identità: l’agente Rei Furuya, l’aspirante detective privato Toru Amuro e Bourbon, membro dell’ “Organizzazione degli Uomini in Nero” (antagonisti principali di “Detective Conan”, n.d.r.). L’anime è composto da sei episodi (15 min. l’uno, tutti già disponibili e doppiati in italiano), ciascuno dei quali si può a sua volta suddividere in tre/quattro brevi storie autoconclusive.

La serie è molto piacevole e caratterizzata da animazioni più che buone, nonché dotata di splendide musiche (sigla d’apertura e colonna sonora in primis), ma presenta alcuni difetti, o per meglio dire limiti. Infatti “Zero’s Tea Time” potrebbe non piacere a tutti, proprio perché tali limiti gli impediscono di essere apprezzato da un ampio pubblico.

Innanzitutto se non si conosce per nulla o se non si è fan di “Detective Conan” difficilmente si riuscirà a seguire e a gustare tale serie. Poi anche se si è appassionati del manga di Gosho Aoyama non è detto che possa piacere anche “Zero’s Tea Time”. In effetti se ci si aspetta un giallo avvincente e pieno di suspence, questa serie non lo è. Difatti il genere predominante di “Zero’s” è lo “slice of life” (letteralmente “fetta di vita”), ovvero un tipo di anime che si incentra maggiormente su eventi quotidiani e “banali” (amicizie, amori, lavoro, hobbies…); di conseguenza chi si ritiene un “drogato” di polizieschi ed è in cerca di un “secondo Conan”, potrebbe rimanere deluso. Per il resto, come detto, la serie rimane ben fatta, data anche la presenza di personaggi simpatici e ben caratterizzati.

A tal proposito una nota davvero piacevole è che Arai, autore dell’opera, ha preferito inserire nel manga, e di conseguenza nell’anime, solo personaggi secondari (o addirittura “terziari”) di “Detective Conan”, come la cameriera del “Caffè Poirot” Azusa Enomoto o l’assistente legale Midori Kuriyama. Ciò permette al protagonista Zero di non venir “offuscato” da altri personaggi popolari ed amati di “Conan”, come il “Piccolo grande detective” stesso, Ai Haibara o Ran Mouri; in più, così facendo, il pubblico può approfondire la conoscenza di caratteri poco presenti, o addirittura a malapena visti, nell’opera principale. In conclusione “Detective Conan: Zero’s Tea Time” è un anime pieno di qualità e pregi, ma purtroppo il suo essere uno spin-off di un’altra opera ne riduce di molto il numero di potenziali fan.

Cesare Vicoli

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