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Denso, i lavoratori protestano: “Siamo pronti alla battaglia legale”

La Fiom Cgil accusa la Denso di non rispettare gli accordi. A loro dire l’azienda avrebbe proposto a diversi lavoratori il demansionamento, altri usciti dalla fabbrica sarebbero invece stati contattati come consulenti. Ma la Fiom Cgil non ci sta. Il sindacato protesta e parla di disorganizzazione.

“Come FIOM ci stiamo convincendo che la credibilità del gruppo dirigente Denso stia venendo sempre meno. Vista la situazione mettiamo a disposizione delle lavoratrici e dei lavoratori i legali del sindacato per far valere i loro diritti, sia per il mancato rispetto dell’accordo che per una valutazione del danno subito. E’ già avvenuto in una recente vertenza portata avanti dalla FIOM che ha visto il Tribunale di Chieti condannare l’azienda per la mancata rotazione in cassa integrazione ordinaria di un lavoratore, condannandola al risarcimento. I dipendenti che vorranno far valere i propri diritti e avviare un contenzioso legale potranno rivolgersi ai delegati FIOM in Denso”.

“Ogni volta – si legge ancora nella nota – che si raggiunge un accordo, l’azienda, dopo aver convenuto sulle soluzioni o dopo aver persino essa stessa proposto delle soluzioni accettate dal sindacato, puntualmente non le attua. Cambiano i dirigenti, ma la situazione non cambia. Così non si va da nessuna parte. Se poi è vero che qualche responsabile prima è stato mandato via con incentivi da favola e poi viene richiamato come consulente, siamo arrivati alla frutta”.

“Nel frattempo, in officina regna la disorganizzazione tra la gestione della manutenzione e gli ipotetici 18 turni che senza personale sarà difficile applicare. Inoltre, è ora di fare chiarezza e smentire le voci di corridoio che parlano di esternalizzazioni della Logistica. Noi della Fiom siamo contrari a qualunque forma di esternalizzazione. Ma che fine ha fatto il programma di formazione previsto negli accordi del Contratto di Espansione firmati al Ministero del Lavoro?”, chiede la Fiom Cgil.

“Sarebbe interessante sapere se quella formazione, che era utile anche a recuperare i lavoratori è stata fatta o è rimasta lettera morta contravvenendo a quanto previsto per l’applicazione dei contratti di espansione”.

Paola Calvano

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