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Strage di Capaci, il messaggio del sindaco Francesco Menna

In occasione del trentesimo anniversario della strage di Capaci, questa mattina presso la Villa “Falcone e Borsellino” del Quartiere San Paolo si è tenuta una cerimonia dedicata alla memoria di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinari che persero la vita nell’attentato. Con l’assassinio di Falcone e quello di Borsellino, già allora considerati da tanti – non soltanto in Italia – simbolo e riferimento nella lotta a Cosa nostra, sembrava che, insieme al dolore, prevalesse lo scoramento. Che il sacrificio di tante persone, cadute nella lunga lotta alla mafia, si rivelasse inutile. Che la mafia, piegata e sconfitta nel Maxiprocesso, si fosse rialzata, prendendosi la rivincita e, con essa, il suo perverso potere.
Ma la paura e la sfiducia non hanno avuto la prevalenza.
La società civile, a partire da quella siciliana, ha acquisito, da quei giorni, una consapevolezza e una capacità di reazione crescenti; e destinate a consolidarsi nel tempo.
La memoria di persone come Falcone e Borsellino continua ad accompagnarci. Il loro sacrificio viene, ovunque, ricordato con commozione; e il senso del loro impegno viene trasmesso e assunto in maniera condivisa, soprattutto da tanti giovani, giorno dopo giorno.
Anche per le istituzioni è necessario non limitarsi al dolore e al ricordo. Non era questa la visione di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino. Non hanno vissuto e lottato per questo. Ma per realizzare, e sollecitare, un impegno operativo, concreto, ininterrotto, contro l’attività e la presenza della mafia.
Questo il messaggio del sindaco di Vasto, Francesco Menna.
“Sono trascorsi trent’anni dalla strage di Capaci e, tra poche settimane, ricorreranno da quella di Via D’Amelio. Un’intera generazione di giovani e di ragazzi italiani è nata, e cresciuta, dopo quei crimini efferati.
Il nostro Paese, il mondo, le condizioni di vita sono profondamente cambiati da quel 1992.
Eppure il ricordo di quei giorni lontani di Palermo, così drammatici, così cupi e così segnati da tanta violenza e tanto dolore, permane pienamente vivido, in Italia e nel mondo. E provoca, tuttora, orrore e coinvolgimento, non soltanto in chi li subì personalmente o in chi li visse da vicino.
Non possono essere dimenticati quei giorni delle stragi, con l’assassinio di Giovanni Falcone e di Francesca Morvillo, di Paolo Borsellino, delle donne e degli uomini delle scorte – Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina.
“Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali, e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.
E’ un richiamo per tutti, soprattutto per chi assume responsabilità istituzionali.
Oggi, e per il futuro, le idee, la tensione morale di Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo, di Paolo Borsellino, camminano anche: sulle nostre idee, sui nostri comportamenti.
Vi auguro di esserne, sempre consapevoli!”
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