“Sono venute meno le condizioni e i presupposti per esercitare il ruolo di dirigenti sindacali”. Così Nicola Malatesta, Diletta Campagna, Mattea Mansi e Maria Assunta Carlino, della segreteria Cisl-Fup comparto sanità dell’Ospedale di Vasto, hanno motivato le loro dimissioni irrevocabili, comunicando che sarebbero restati in carica fino alla scadenza naturale del mandato che continueranno a svolgere nel pieno rispetto dei lavoratori “che hanno espresso con il loro voto la loro fiducia”.
Le dimissioni dei dirigenti sindacali sono state presentate circa un mese fa, ma solo oggi sono state rese note, a distanza di una settimana dalle elezioni delle Rsu del comparto. Si vota il 5, 6 e 7 aprile per scegliere i rappresentanti sindacali per il prossimo triennio.
Parla di “frattura insanabile” all’interno dell’organizzazione sindacale Cisl Malatesta, ex segretario aziendale del presidio ospedaliero di Vasto.
“Per oltre 15 anni sono sempre stato rieletto nella Rsu come rappresentante dei lavoratori di questo territorio”, spiega Malatesta, “qualcuno fino ad un paio d’anni fa, ha pensato che potessi dare un contributo e ricoprire alcuni incarichi dentro questa organizzazione, rappresentando i lavoratori con lealtà, correttezza e trasparenza. Tutto questo da almeno un paio d’anni è venuto meno in seguito ad un naturale cambio generazionale. La frattura che si è creata non era legata ad una mancata condivisione di una nuova linea di politica sindacale, bensì non era più rintracciabile nessuna linea o indirizzo. La ovvia e civile conseguente decisione è stata percorrere obbligatoriamente strade diverse. Tralascio di aggiungere altri dettagli sull’andazzo quotidiano nell’arco dei due anni”aggiunge Malatesta, “assicuro che non sono cambiato e non ho mai pensato di tradire i lavoratori. In due anni di pandemia e di stato di emergenza, negli ospedali è successo di tutto. Possibile che le segreterie non hanno avuto niente da “rilevare e rivendicare” in merito? .Il silenzio sindacale era assordante, conclude l’ex dirigente sindacale”.
Anna Bontempo (Il Centro)
