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Incentivi per vivere in 22 paesi, in arrivo contributi di 2.500 euro

“L’assegno di natalità e un contributo di 2.500 euro l’anno per chi si impegna a trasferire la propria residenza in un piccolo comune montano sono solo provvedimenti-tampone. Contro lo spopolamento delle aree interne occorre un piano organico di interventi”. Ne sono convinti i sindaci dell’entroterra che, interpellati dal Centro, commentano il  provvedimento della giunta regionale che ha di recente approvato l’elenco dei comuni con le caratteristiche previste dalla legge regionale n.32 del 21 dicembre scorso, contenente misure urgenti per contrastare lo spopolamento dei piccoli paesi di montagna. Sono 22 i comuni del medio ed alto Vastese che potranno beneficiare degli incentivi: un assegno di natalità quale misura specifica di sostegno per favorire l’incremento delle nascite e un contributo pari a 2.500 euro annui per quei nuclei familiari che, entro novanta giorni dall’accoglimento della domanda, si impegnano a trasferire la propria residenza in un piccolo comune montano e a mantenerla per almeno tre anni.

“Sono provvedimenti insufficienti”, attacca Luciano Piluso, sindaco di Schiavi D’Abruzzo, comune dell’alto vastese che da decenni vive una emergenza demografica, “non è in questo modo che si frena lo spopolamento delle aree interne. Ci vogliono leggi specifiche ed agevolazioni. Penso, ad esempio, ad una fiscalità di vantaggio che tenga conto delle maggiori spese sostenute dalle famiglie che decidono di restare nelle nostre zone e che sono sempre di meno. Dieci anni fa Schiavi D’Abruzzo contava 1.900 abitanti, oggi i residenti sono appena 700. Di questo passo rischiamo l’estinzione”.

Piluso fa anche le pulci al provvedimento. “Ci vogliono misure che siano realmente vantaggiose per le zone interne, quelle vere”, incalza, “invece nell’elenco approvato dalla Regione c’è anche Monteodorisio, che non può certo essere considerato un comune montano, visto che dista pochissimi chilometri da Vasto”.

Perplesso sulle reali ricadute degli incentivi è anche Angelo Marchione, sindaco di Furci, paese che nell’arco di un decennio ha perso circa 200 abitanti.

L’assegno di natalità e il contributo per la residenza vanno bene, ma sono del tutto insufficienti a fronteggiare un problema, quello dello spopolamento, che ha radici profonde”, è il parere di Marchione, “come giunta stiamo ragionando sulla effettiva utilità di queste misure. Personalmente ritengo che sia più efficace incentivare l’apertura di nuove attività da parte di persone che sono già residenti o erogare fondi per la ristrutturazione di immobili comunali da concedere in comodato gratuito a cooperative o privati per attività di pubblica utilità”.

Chi difende  il provvedimento è Catia Di Fabio, sindaca di Monteodorisio.

“E’ una legge regionale importante perché contrasta il fenomeno delle spopolamento delle aree interne con sovvenzioni concrete”, è la sua opinione, “mi sto battendo da tempo, con tutta la mia amministrazione, per conservare nel nostro territorio servizi importanti. I paesi dell’interno riusciranno a vivere e prosperare solo se la politica capirà l’importanza delle zone interne e solo se verranno garantiti tutti i servizi che occorrono alla popolazione”.

Anna Bontempo (Il Centro)

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