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Camillo D’Amico sulle elezioni del Presidente e dei Consiglio provinciale di Chieti

La legge di riforma di ridimensionamento delle Province targata Graziano Del Rio è palesemente naufragata e si è dimostrata un ‘brutto topolino’ partorito dalla montagna a fronte dell’ingannevole e vasta campagna mediatica che si consumò;  il Parlamento Italiano lo approvo sull’onda che il tutto avrebbe ridotto i ‘costi della politica’ e limitato posti e prebende!!!

Il tempo, che è sempre galantuomo, ha poi dimostrato che costi, prebende e scandali erano e sono in altri lidi Istituzionali.

La bocciatura del referendum Costituzionale voluto da Matteo Renzi non ha chiuso il cerchio della ‘chiusura delle Province’ ma ha lasciato aperto l’argomento senza che, nel frattempo, il Parlamento producesse una pur qualsiasi scelta coerente e consequenziale o ridando voce al popolo sovrano per eleggere gli organi di questo livello Istituzionale oppure adottando altre soluzioni per ridare dignità,  credibilità ed autorevolezza all’Ente.

Quello accaduto Sabato 18 u.s. a Chieti è la plastica evidenza di un Ente che, tolto il diritto di avere organi eletti universalmente dagli elettori dandolo in pasto ad accordi tra gruppi e partiti politici dove i risultati sono scritti e definiti a ‘tavolino’, ha ridotto ai minimi termini la credibilità, l’autorevolezza dell’Ente provincia e di chi lo va a rappresentare  verso la pubblica opinione aumentando a dismisura la percezione dell’utilità.

L’auspicio è che il parlamento Italiano, dove i Deputati e Senatori non sono votati direttamente dai cittadini ma scelti dai partiti di appartenenza, trovi presto utile portare a termine una riforma seria che riconsegni nelle mani dei cittadini elettori la scelta dei governi oppure trovino il coraggio di cancellarle le Province dalla Carta Costituzionale.

Personalmente sono per il loro mantenimento  con compiti ridotti sì ma chiari e specifici, in ambiti territoriali più vasti pur con carattere  interprovinciale e con organi eletti democraticamente dai cittadini; il DDL che aveva messo in piedi il governo presieduto da Mario Monti questo prevedeva. E’ stato combattuto e fu un errore grossolano.

Per la provincia di Chieti in considerazione del fatto che, anche una nuova chiamata generalizzata non produrrebbe alcun cambiamento agli esiti già evidenziatesi, ritengo una ‘buona pezza a colori’ la  convocazione supplementare dei soli Sindaci e Consiglieri Comunali di alcuni comuni.

Camillo D’Amico, già Consigliere Provinciale ed ex capogruppo PD

 

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