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Tangenti al cimitero di Vasto, riparte il processo

Riprende oggi davanti ai giudici del Tribunale di Vasto il processo a tredici imputati coinvolti nell’operazione denominata “Eterno riposo” che hanno optato per il rito ordinario anziché scegliere il patteggiamento. Uno degli accusati, Luisito Lategano è un dipendente comunale, altri dodici sono cittadini. Nello scorso mese di giugno altri due dipendenti comunali avevano patteggiato la pena di 2 anni di reclusione. Anche due beneficiari dei presunti favori cimiteriali, avevano patteggiato una pena di sei mesi.

Lategano, assistito dall’avvocato Antonello Cerella, e altri 12 cittadini cercheranno oggi di convincere il collegio dei giudici presieduti da Bruno Giangiacomo, della propria innocenza. I difensori durante l’udienza preliminare avevano presentato al gip numerose eccezioni che sono state tutte respinte. A chiedere il rinvio a giudizio degli indagati è stato il procuratore capo di Vasto, Giampiero Di Florio.

La decisione del magistrato è arrivata dopo le indagini condotte dagli uomini del commissariato di Vasto, diretti da vicequestore aggiunto Fabio Capaldo. Il magistrato ha ritenuto importanti i risultati delle verifiche fatte dalla polizia anche all’interno di alcune tombe vicine all’ingresso principale del cimitero. Gli agenti del commissariato sono scesi addirittura sotto terra per verificare le tumulazioni. L’inchiesta è stata avviata tre anni fa e ha smantellato una presunta gestione parallela del cimitero. Oltre ai riscontri e alle verifiche sono stati numerosi anche gli interrogatori degli indagati.

Ad accompagnare gli indagati oggi ci sarà uno stuolo di avvocati decisi a combattere. Lategano ha sempre negato di avere preteso o indotto i cittadini a versare denaro per tumulazioni, esumazioni e trasferimento delle salme. Per questo il suo difensore non ha scelto la strada del patteggiamento. Secondo la Procura, al contrario, lui come gli altri dipendenti comunali finiti nei guai lucravano, acquisendo la disponibilità dei loculi attraverso attività cimiteriali irregolari, con presunte richieste che andavano da 150 a 700 euro per ridurre in urne cinerarie le salme anche quando lo stato degenerativo non lo consentiva. I cittadini, intercettati dalla polizia mentre parlavano con gli arrestati, avrebbero descritto comportamenti quantomeno discutibili. In mano alla polizia anche immagini piuttosto eloquenti.

Paola Calvano

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