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Elezioni di Vasto: “Non rinuncio a 50 euro a voto”

“Cinquanta euro a voto”. Si allunga l’inquietante ombra delle preferenze “comprate” sulle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre, una tornata elettorale che finirà negli annali della storia di Vasto. Si aggiunge un altro episodio a quelli dei due elettori denunciati per aver fotografato la scheda dopo il voto (reato penale). Non si tratta di voci – sulle quali non avremmo mai pensato di scrivere un articolo – ma del racconto di Teresa Acquarola, rappresentante di lista del movimento civico L’Arcobaleno della candidata sindaco Angela Pennetta.

Protagonista un giovane elettorale che, secondo la testimonianza della rappresentante di lista,   avrebbe iniziato ad inveire e a offendere il personale del seggio nel momento in cui gli è stato chiesto di non portare lo smartphone all’interno della cabina elettorale.

“Quando è arrivato aveva in mano il certificato elettorale e il cellulare, ma non aveva indosso la mascherina”, racconta Teresa Acquarola, “quando lo hanno invitato a lasciare lo smartphone ha cominciato a urlare, poi si è fatto restituire la scheda elettorale ed è andato via di corsa. Sono rimasta allibita per la frase che ha pronunciato. Ha detto testualmente che lui non poteva rinunciare a 50 euro a voto. Quando è andato via, offendendo e dicendo parolacce,  mi sono avvicinata ai poliziotti che presidiavano il seggio per segnalare l’accaduto, ma erano impegnati con un altro elettore che aveva fotografato la scheda dopo il voto”.

La denuncia non è scattata perché, stando  a quanto ci è stato riferito,  non è stato possibile identificare l’elettore, ma sicuramente qualcosa non è andato per il verso giusto se su un episodio così grave nessuno ha inteso fare luce, se non altro per accertare se la frase detta dal giovane elettore fosse fondata o meno.

Tra l’altro il seggio dove si è verificato l’episodio, il n.35 (scuola elementare di via Alcide De Gasperi), è lo stesso dove un elettore è stato denunciato per aver fotografato la scheda mentre si trovava all’interno della cabina. E’ stato scoperto dal personale e segnalato dal presidente di seggio alle forze dell’ordine che hanno sequestrato cellulare e scheda e redatto un verbale. Un episodio che fa il paio con quello che si era verificato  in un altro seggio  e che aveva visto protagonista una ragazza.  Anche in questo caso è scattata la denuncia. Si tratta infatti di un reato per il quale la legge prevede l’arresto da tre a sei mesi e l’ammenda da 300 a 1000 euro. Fare la foto alla scheda elettorale per immortalare il voto espresso è vietato dalla legge  96/2008 , oltre che eticamente scorretto dato che il voto è segreto e non dovrebbe essere mai divulgato o peggio postato sui social. Per questo all’interno della cabina elettorale non si può introdurre alcun dispositivo capace di scattare fotografie o registrare video. Il divieto vale anche se l’immagine resta privata e non si ha nessuna intenzione di mostrarla ad altri. I presidenti di seggio impegnati in questa tornata elettorale hanno fatto rispettare questo divieto?

Anna Bontempo

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