Hanno presentato tramite i loro avvocati Arnaldo Tascione, Francesco Tascione, Fiorenzo Cieri e Piernicola De Mutis, una denuncia alla Procura della Repubblica di Foggia competente territorialmente, contro l’armatore e lo skipper i nove ragazzi che il 14 agosto scorso hanno rischiato di morire dopo che le fiamme hanno avvolto l’imbarcazione che avevano noleggiato. Al largo delle isole Tremiti la barca è andata a fuoco per poi affondare. C.G. , 25 anni di Vasto e gli amici sono stati costretti a gettarsi in mare.
I reati ipotizzati sono di naufragio e lesioni colpose. L’imbarcazione noleggiata non era quella noleggiata e a detta dei denuncianti neppure lo skipper era quello indicato sul contratto. Sullo yacht mancava un estintore adeguato e non c’erano salvagenti e giubbotti. Il fatto avvenne a circa 2 miglia dalla costa al largo della Grotta del Bue Marino.
C.G. e i suoi amici sono salvi grazie ad un canotto che era sulla barca e ad alcuni turisti che per primi li hanno soccorsi. A distanza di un mese C.G. sta ancora male a causa del trauma subito.
“Alle 11,10 – ha ricordato con terrore nella denuncia C.G. – quando eravamo a poche miglia dalle isole Tremiti si è alzata una coltre di fumo dal piano di calpestio. Il fumo è diventato fuoco. Lo skipper non sapeva darci indicazioni nè c’erano dispositivi di sicurezza. Poco dopo ho lasciato tutto quello che avevo sulla barca e mi sono tuffata in acqua. Gli amici hanno fatto lo stesso seguiti anche dallo skipper. Una volta in acqua abbiamo visto un gommone agganciato alla barca in fiamme e ci siamo aggrappati, poi ci hanno aiutato altri turisti prima dell’arrivo dell’autorità marittima”.
La Procura di Foggia ha avviato le indagini per appurare cosa è successo quel giorno.
Paola Calvano