Leggiamo con tanto stupore e con una certa meraviglia, tutte le polemiche che, anno dopo anno, vengono riproposte in estate, sulla sistemazione idraulica di Fosso Marino.
Sono in molti quelli che blaterano, ma che continuano a non rendersi conto che lo sbocco sull’arenile di Vasto, raccoglie la confluenza idraulica di un enorme vallone retrostante, che si diparte da Colle Pizzuto e Vasto alta, interessando centinaia di ettari di terreni coltivati e/o dismessi, una discarica bonificata e almeno due valloni.
Si tratta quindi di una pertinenza idraulica importante che non può essere intubata e fatta sparire.
Certamente la posizione dello sbocco, centrale rispetto all’arenile, crea dei problemi visibili ed antiigienici, di utilizzabilità della spiaggia circostante; certamente occorre individuare degli improbabili scarichi abusivi di acque fognanti (che a mio parere non ci sono), ma di fatto non si possono fare miracoli e crediamo che persino i troppo pieno dell’impianto di sollevamento delle fogne di Vasto marina, dirigano nello stesso fosso i reflui in caso di sovraccarico da pioggia.
Allora che si fa?
Di certo non pensiamo si debba creare un canale aperto in cemento armato (come è stato fatto a Rimini) che accompagni gli scarichi a mare ed eviti il ristagno delle acque bianche fortemente concimate e putrescenti che si crea laddove l’attuale cunicolo incontra la spiaggia e si intasa.
Di certo non pensiamo nemmeno che si possa realizzare un canale navigabile (come è stato fatto nella vicina San Salvo) per portare l’Adriatico ristoratore a ridosso del Lungomare Duca degli Abruzzi. Come pure sarebbe possibile fare, avendone la voglia, la visione strategica ed i soldi.
Ma almeno si riprenda a fare quello che è stato fatto per almeno 50 anni con successo, fino alla fine degli anni 90: creare un vascone interrato di raccolta allo sbocco del fosso, assistito da pompaggio verso la rete fognante per i periodi in cui non piove ed intubarne il deflusso verso il mare che , in caso di pioggia, possa scaricare senza creare problemi. Il tutto, con pochi investimenti e ben ricoprendo di sabbia il territorio interessato; celando tutti gli inconvenienti ottici ed olfattivi che danno fastidio a cittadini e turisti. Con buona pace degli organismi palustri e vegetali, di irrilevante valore ambientale che si vuole reimportare in pieno centro e che sono tanto cari agli ecologisti di casa nostra. Ma risolvendo la maggior parte gli inconvenienti.
Il giorno dopo che piove e che l’acqua piovana a forte pressione riapre autonomamente lo sbocco verso il mare, si rimanda la ruspa a ricoprire . Come per tanti anni faceva ed ha fatto , con successo , il capoperaio del Comune di Vasto: Mastro Nicola buonanima . Senza laurea ma con tanta capacità tecnica e buon senso.
Il Nuovo Faro
Edmondo Laudazi