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La voce dell’infanzia. Intervista al “Capitano” Giorgio Vanni, cantante e cantautore

 

Oggi verrà esplorata parte della carriera del grandissimo Giorgio Vanni (Milano, 19 agosto 1963), cantautore, cantante e chitarrista italiano. Le sue celebri sigle sono state la colonna sonora dell’infanzia di un’intera generazione di ragazzi, che tutt’ora impazziscono nell’udire le note di “What’s My Destiny Dragon Ball” (sigla di “Dragon Ball Z”), di “All’arrembaggio!” (sigla di “OnePiece”) e di tantissimi altri capolavori. Qui di seguito l’intervista che gentilmente Giorgio ha voluto rilasciare al nostro giornale.

Salve Giorgio, per prima cosa vorrebbe raccontare gli inizi della sua carriera?

Ho cominciato a suonare la chitarra sin da giovanissimo. A sedici anni con i miei amici fondai il gruppo “Tomato”, con cui tempo dopo, nel 1992, partecipai al “Festival di Sanremo”. Oltre al lavoro con il gruppo, in quel periodo scrissi musiche per molti artisti quali Laura Pausini, Eugenio Finardi, Cristiano De André e Roberto Vecchioni. Successivamente incontrai l’ “Ammiraglio” Max Longhi, con il quale iniziai a comporre canzoni  per la televisione, specialmente in ambito pubblicitario, scrivendo jingle come “Always Coca Cola”. Infine nel 1998, insieme a Max come arrangiatore ed alla grande Alessandra Valeri Manera ai testi, composi la prima sigla per cartoni animati: “Superman”. Da lì cominciò la nostra avventura nel mondo delle sigle.

A proposito di sigle, un suo marchio di fabbrica è quello di inserire, all’interno dei suoi brani, versi in lingua inglese: da cosa nasce questa idea?

Prima di tutto, devo dire che mi  è sempre piaciuta la musicalità dell’inglese e che adoro cantare in questa lingua. L’idea di inserire alcune parole inglesi nelle nostre canzoni, però,venne in mente ad Alessandra, quando mi ascoltò canticchiare in inglese maccheronico mentre componevo le melodie dei brani. Questa trovata ebbe molto successo trai ragazzi. Inoltre si può dire che alcuni di loro, ascoltandomi cantare,si avvicinarono per la prima volta alla suddetta lingua.

A prescindere dal successo dei suoi brani, ce n’è uno a cui è maggiormente legato?

È una domanda a cui non potrei dare una risposta soddisfacente, dopo tutto “ognescarrafone è bell’a mamma soja”! Ci sono stati alcuni periodi in cui mi sono sentito più legato ad una canzone in particolare, ma in realtà tutte sono importanti per me. Invece tra le poche opere che non ho scritto ma solo interpretato, una delle mie preferite è senza dubbio“Naruto”.

Cosa può raccontare della sua nota collaborazione con Cristina D’Avena?

Ci sono talmente tanti ricordi legati al mio lavoro con Cristina, che impiegherei un’intera vita solamente per elencarli. Quello che però tengo a dire è che lei non solo è una grandissima professionista, ma anche una straordinaria persona. Infatti si è sempre mostrata disponibile ed aperta ad ogni tipo di consiglio o suggerimento. Insomma non è una diva, anzi! Lavorarci assieme, poi, è stata una meravigliosa esperienza.

C’è qualche aneddoto sulla sua carriera di cui vorrebbe parlarci?

Ce ne sono miliardi! Uno in particolare che mi piacerebbe raccontarvi, riguarda un episodio che accadde anni faa Cattolica. Quella volta, infatti, mi capitò di andare a pranzo in un ristorante assieme ad un mio collaboratore, Daniele Cuccione. Lì il cameriere notò il mio tatuaggio di Pikachue, essendo un appassionato di Pokémon, iniziò a chiacchierare con noi. Quando ci chiese se volevamo del vino, io risposi che non l’avrei preso perché più tardi mi sarei dovuto esibire in un concerto; mi domandò che tipo di musica facessi ed io gli dissi che avrei cantato sigle di cartoni. A quel punto esclamò: “Ah a mo’ di Giorgio Vanni!” Noi scoppiammo a ridere. Poi quando Daniele gli disse chi ero, andò in brodo di giuggiole. Questo aneddoto mi fa sempre riflettere su quanto siano stati fondamentali per me, e non solo, i social network. Infatti prima di questi, moltissimi miei fan non sapevano quale volto avessi. Adesso è molto diverso, perché mi seguono sulle mie pagine Facebook, Instagram, TikTok eccetera: quindi la mia faccia non li è più sconosciuta.

Lei ha cantato moltissime sigle di anime: le piace questo tipo di animazione? Se sì qual è il suo anime preferito?

A me piacciono molto gli anime: fra tutti adoro “Capitan Harlock”. Poi sono bellissimi anche “L’Uomo Tigre” ed “ UFO Robot Goldrake”; inoltre impazzisco letteralmente per “Lamù”. Per quanto riguarda invece gli anime di cui ho cantato la sigla, oltre al solito “Dragon Ball”, mi piace moltissimo “Detective Conan” e vado matto per “Dr. Slump & Arale”.

Prima di concludere, potrebbe dirci a quali progetti sta lavorando ultimamente?

Innanzitutto a fine settembre sulla piattaforma “Hibe” uscirà  “Catch the Song”, ovvero un quiz musicale di sette puntate che avrò il piacere di condurre. Poi, sempre quest’autunno, se tutto va bene riprenderemo a fare tournée ed uscirà anche il mio nuovo disco “Giorgio Vanni-The Gold Session vol. 1”. In questo CD, realizzato durante la pandemia assieme a Max Longhi ed al mio gruppo “I Figli di Goku”, sono contenute alcune delle mie sigle, arrangiate con uno stile più “raffinato”, che potremmo definire“più adatto” per l’ascolto. Tra queste vi sono le nuove versioni di “All’arrembaggio” e “Dragon Ball GT”. Inoltre a breve verrà pubblicata una mia canzone, non una sigla, dedicata ad un cartone animato. Infine un altro progetto a cui tengo moltoe che vi invito a seguire è“Pillole Nerd”, una serie di video che sto facendo su “TikTok”, in cui spiego e racconto alcune curiosità sul mondo animato e sulle mie sigle.

Cesare Vicoli

 

 

 

 

 

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