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Giornalismo in lutto per la scomparsa di Gianfranco Colacito

Era stato ricoverato all’ospedale di Teramo il 15 maggio scorso per un malore improvviso. Gianfranco Colacito non c’è l’ha fatta a superare la malattia che se l’è portato via all’eta di 81 anni. Un personaggio che ha fatto onore al giornalismo abruzzese.

Nella sua lunga carriera ha attraversato tutte le articolazioni della narrazione giornalistica. Sin da giovane ha collaborato con diversi periodici abruzzesi.

Prima di approdare all’Agenzia Giornalistica Italia – di cui è stato responsabile della redazione abruzzese per più di vent’anni – era stato collaboratore e commentatore del quotidiano “Il Tempo”.

Le prime televisioni private lo avevano visto protagonista dei racconti e dei servizi dal Capoluogo abruzzese. Aveva collaborato con Rta, Telemare, Tv Uno, Rete 8, Btv. Nel 2009, nel quadro di una ristrutturazione aziendale, l’Agi lo aveva pensionato, ma la sua passione per il giornalismo lo ha spinto ad affrontare, a viso aperto e senza timori, le nuove sfide digitali. Subito dopo aveva fondato “il Capoluogo.it” e successivamente ( una quindicina di anni fa) il giornale on line “InAbruzzo”, che curava con il figlio Flavio, anch’egli giornalista oltre che insegnate.

Appassionato, da sempre, di giornalismo scientifico, coltivava da autodidatta ricerche di astrofisica, tanto da creare un periodico “Micromega” insieme a Flavio. Ma la sua passione travolgente era quella per le armi, di tutti i tipi. “Parliamo di armi” è il titolo del suo primo libro, pubblicato agli inizi degli anni ’90.

Dell’Agenzia Italia era l’esperto di questo settore e i direttori, che ha visto succedersi nella storica sede di Via Nomentana, a Roma, ricorrevano ai suoi approfondimenti balistici, si trattasse di terrorismo e di crimini cruenti. Nel 2005 aveva ricevuto il Premio Polidoro alla carriera.

“Gianfranco – dichiara il Presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta – rappresenta un punto fermo nella storia del giornalismo abruzzese, soprattutto per quel che riguarda l’evoluzione delle agenzie di stampa. E’ stato, insieme a qualche altro collego, il fondatore dell’informazione primaria nella nostra regione. Ho lavorato con lui, in una piccola stanzetta, in Via Tre Marie, poi in una sede più ampia in via Federico II, per oltre quindici anni. E’ stato un maestro di giornalismo, ma anche di vita. Dietro la scorza di apparente burbero si celava un uomo di grande umanità, capace di ironia e di autoironia, un vero cavaliere errante”.

L’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo esprime profondo cordoglio per la sua scomparsa e si stringe al dolore della moglie Anna e del figlio Flavio.

Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo

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