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Zona industriale in abbandono, Savini (Arap): “Faremo investimenti”

Il presidente dell’Arap, Giuseppe Savini risponde al presidente di AssoVasto, Alessandro Grassi. Una risposta che rispedisce al mittente le accuse.

“Esprimo stupore circa le modalità con cui il Presidente di AssoVasto, Alessandro Grassi, affronta un tema complesso quale quello dei servizi nei nuclei industriali di competenza ARAP, che andrebbe affrontato su tavoli di confronto e non a colpi di comunicati. Premesso che”, annota Savini “gli introiti di tutte le vendite di ARAP sono destinate all’Ente in quanto tale, dato che,  per un’intuizione del legislatore, da 10 anni un soggetto unico che gestisce i luoghi in cui si fa impresa in Abruzzo ha sostituito e raggruppato i vecchi consorzi, confermo che San Salvo sarà sicuramente oggetto di investimenti, anche notevoli”.

Savini specifica che è già stato deliberato il Project Financing per la nuova illuminazione pubblica consortile, e sono in atto richieste di decine di milioni di euro per il rifacimento della viabilità e per impianti di depurazione all’avanguardia. Ma la nota del presidente dell’Arap non si ferma qui.

Non trova riscontro di alcun tipo l’errata convinzione per cui uno specifico introito derivante dalla attività istituzionale di ARAP possa essere esclusivamente destinato al territorio dove esso si realizza. Se così fosse, San Salvo, come ogni altro territorio compreso nelle aree di competenza di ARAP, non potrebbe beneficiare dei proventi derivanti da cessioni o attività avvenute nei territori di competenza dell’azienda regionale, per le annualità in cui vengono maturate. Né tantomeno è possibile pensare in termini di campanile” continua il Presidente.

“Con 3000 imprese insediate sulle aree di propria pertinenza e la gestione di oltre 180 chilometri di strade consortili, con annesse reti, pali di illuminazione, aree di rispetto, parcheggi, depuratori e impianti di trattamento acque in ogni angolo della regione, ARAP ha la forza di mettere in cantiere iniziative che consentiranno di avere nuove strade, cablatura e servizi”.

 “Non è corretto”, conclude Savini “parlare in maniera fuorviante di doppia imposizione. Tutti sanno che la questione, come sancito dalla Cassazione, attiene eventualmente ad una riduzione millesimale delle quote attinenti le imposizioni comunali”.

Paola Calvano

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