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Camillo D’Amico: “Io sono con Nicola Zingaretti”

Le dimissioni del segretario politico nazionale del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, stanno avendo una lettura sbagliata tra i cittadini e pochi, a mio sommesso avviso, ne hanno compreso effettivamente le profonde motivazioni che ne sono a monte.

L’assunzione di una responsabilità così estrema e grave, come le formali dimissioni presentate, accompagnate da pubbliche e reiterate dichiarazioni di non voler fare “…passi indietro”  fanno della decisione l’ultima, sofferta ed irreversibile e dell’uomo una persona seria, onesta e politicamente solida.

Sarà sicuramente l’assemblea nazionale ad assumere le migliori decisioni  atte a dare al PD una guida certa e sicura ma, ai cittadini, non deve sfuggire la serietà e la profondità della motivazione principale che hanno costretto Zingaretti alle dimissioni ossia quella di guardare agli interessi concreti in corso come la lotta alla pandemia del Covid 19, alla ripresa economica e sociale, all’impiego serio e costruttivo delle enormi quantità delle risorse finanziarie che presto arriveranno dall’Unione Europea.

Nel PD, ma non solo, c’è chi guarda alla propria carriera politica personale ed agli interessi di bottega della propria parte, che sia una corrente o gruppo d’interesse, a discapito degli interessi generali dei cittadini. Bene ha fatto Nicola Zingaretti, con le sue personali e sofferte dimissioni, a porre al centro dell’interesse dei cittadini la questione che, per le persone oneste, è un ovvietà ma, per i tanti che non lo sono, è una stranezza.

Non sono un iscritto al PD ma elettore e militante sì. Ho vissuto tutte le migliori stagioni della costruzione del PD essendo stato, nel Consiglio Provinciale di Chieti, il primo coordinatore dell’intergruppo dell’Ulivo, frutto dell’unione degli allora gruppi dei DS e della Margherita, e primo capogruppo consiliare dopo la nascita ufficiale avvenuta il 14 Ottobre 2007 con l’elezione di Walter Veltroni alla segreteria politica. Confermai quest’incarico sino alla fine della legislatura provinciale relativa al periodo 2009 – 2014.

Poi, i noti fatti di Cupello del 2014, decretarono un allontanamento solo nell’appartenenza formale anche se, con il senno di poi, rincresce vedere adesso che, chi fu attore di quella infelice stagione politica locale e della negazione del rinnovo di adesione da me insistentemente richiesta, oggi è fuori e lontano dal PD se non, addirittura, in diretta competizione.

Il mio auspicio è che, questa difficile fase storica che si apre, sia un ritorno alle origini quando il PD rappresentava un sogno di avere un partito che, oltre che sommare le migliori forze delle esperienze Democristiana, Comunista e Socialista, offriva una visione del futuro agli Italiani piuttosto chiara ed articolata con un progetto di riformismo istituzionale, corrette modifiche costituzionali, la modernizzazione della Pubblica Amministrazione, il cambiamento delle regole del gioco democratico, la vocazione maggioritaria nella costituzione del governo e del parlamento, la lotta alle diseguaglianze, la difesa strenua dei diritti umani, le pari opportunità di razza e genere, un programma di modernizzazione delle infrastrutture, una politica rispettosa dell’ambiente e tanto altro ancora.

Tutto questo, unito all’ interclassismo storico delle culture politiche costituenti, erano elementi di forza per accendere sogni ed entusiasmi. Il corso del tempo ha spento molte delle aspettative che i cittadini riponevano nel PD. Questo spirito riformista unitamente al recupero di un protagonismo vero della base e degli iscritti militanti debbono essere il motivo vero di questa fase intermedia che andrà a breve ad aprirsi sino alla celebrazione del prossimo congresso da svolgersi solo dopo le elezioni amministrative e regionali del prossimo autunno ma, soprattutto, dopo la fine della fase critica della pandemia ed un minimo di concreta ripresa economica e sociale.

Esterno queste riflessioni come mero simpatizzante del PD e del Centro Sinistra storico modello Ulivo. Non sono ancora iscritto al PD, spero di poterlo tornare ad essere presto, ma la Politica deve tornare ad essere anche sogno e partecipazione altrimenti, l’arte della mediazione e di rappresentazione degli interessi che è la mission principale dei partiti e movimenti, saranno perduti definitivamente. La nostra ancora debole democrazia Italiana questo non può permetterselo.

Camillo D’Amico

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