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I trabocchi diventano ristoranti, ora spuntano due regolamenti

L’accordo è sullo strumento da utilizzare per il recepimento della legge regionale, cioè il  regolamento.  Le divergenze vertono sulle dimensioni delle piattaforme per consentire l’attività di ristorazione: fino a 160 metri quadri per la minoranza, meno della metà per la maggioranza.

Ritorna in Commissione assetto ed utilizzo del territorio la querelle sui Trabocchi, le antiche macchine da pesca che con la loro presenza caratterizzano la nostra costa. Sulla loro trasformazione in ristoranti sul mare, consentita dalla legge regionale, ma fortemente osteggiata dalle associazioni, prima fra tutte Italia Nostra, ci sono due regolamenti, uno della minoranza e l’altro della maggioranza.

La prima proposta porta la firma di Edmondo Laudazi della lista civica Il Nuovo Faro. Per il consigliere “la parte di struttura componente il Trabocco destinata a ristorazione non può eccedere la superficie di 160 metri quadrati calpestabili, mentre  la parte di struttura destinata ai servizi accessori connessi alla ristorazione, quali cucina e servizi, non può superare la superficie di 50 metri quadrati calpestabili”.

La ristorazione diventa l’attività prevalente delle antiche macchine da pesca che conservano, ma in misura marginale, scopi didattico-culturali, laddove è previsto che il titolare della struttura promuove la diffusione della storia del Trabocco, quale elemento essenziale della tradizione locale.

La bozza che Laudazi ha inviato al presidente della Commissione consiliare, Marco Marra disciplina anche le modalità per la presentazione delle istanze e per  l’assegnazione delle licenze demaniali, che deve avvenire con bando di gara e dando priorità alle richieste prodotte da giovani di età inferiore ai 30 anni, disoccupati da oltre 24 mesi o iscritti a cooperative sociali del terzo settore.

E’ invece ancora “top secret” il regolamento predisposto dall’amministrazione comunale.

“Devo ancora condividerlo con la maggioranza”, spiega Marra, “posso dire che è uno strumento molto efficace, che mette dei paletti importanti. Ho scelto la procedura  da seguire, cioè il regolamento, dopo essermi confrontato con il dirigente Stefano Monteferrante”.

Il presidente della Commissione è molto abbottonato sulle dimensioni dei Trabocchi-ristoranti, ma da indiscrezioni sembra che la superficie sia di gran lunga inferiore a quella massima consentita dalla legge regionale. Contro la possibilità di trasformare le antiche macchine da pesca in ristoranti si sono espressi in maniera categorica Italia Nostra e il Forum civico ecologista.

Per i sodalizi con il recepimento della legge regionale sui Trabocchi la costa vastese subirebbe una radicale trasformazione che và nella direzione opposta a quella della tutela ambientale, ecologica e paesaggistica e del tanto sbandierato turismo sostenibile.

Vasto è la città che conta il maggior numero di trabocchi presenti lungo la costa.

Anna Bontempo (Il Centro)

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