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Rischio frana a Punta Aderci, dalla Regione 270mila euro, Sigismondi: “È una prima risposta”

Un contributo di 270mila euro per il dissesto idrogeologico di Punta Aderci. Arriva dalla Regione il primo finanziamento per la riserva naturale interessata il 30 agosto scorso da un devastante incendio che, oltre a creare danni ambientali e alle strutture dell’area protetta, ha messo in luce la fragilità del costone divorato dalle fiamme.

“La Regione, che ha a disposizione una somma complessiva di 800mila euro per gli eventi calamitosi, ha deciso di intervenire subito destinando 270mila euro per il dissesto idrogeologico di Punta Aderci”, spiega Etelwardo Sigismondi, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia e capo della segreteria del presidente della Regione, Marco Marsilio,è solo una prima risposta che fa seguito al sopralluogo del Genio Civile. In seguito andremo a stanziare altre risorse per il ripristino naturalistico della falesia”.

La stima dei danni causati dall’incendio del 30 agosto scorso ammontano a 291.750 euro. La cifra è nero su bianco sulla relazione predisposta dalla Cogecstre, la cooperativa di Penne che ha in gestione l’area protetta. Si tratta di un lungo elenco che contempla le strutture andate a fuoco (passerelle, staccionate, bacheche, cartelli segnaletici, paletti e corde di delimitazione), ma anche gli interventi necessari per il ripristino ambientale. Tra le varie voci, era rimasta in bianco la casella destinata al dissesto idrogeologico per il quale sono stati destinati 270mila euro.

Erano state però individuate le opere di contenimento da realizzare e che consistono  nell’impianto di una siepe arbustiva realizzata con specie autoctone allo scopo di proteggere la sommità della falesia, nella bonifica dai rifiuti e dalle micro-discariche e nel contenimento dei movimenti franosi tramite un intervento di sistemazione con reti di stuoia e corde biodegradabili.

Dal sopralluogo tecnico-scientifico effettuato a distanza di qualche giorno dall’incendio dagli esperti della Cogecstre, tra cui i botanici Gianfranco Pirone e Caterina Artese, è emersa anche la necessità di rinaturalizzazione dell’area a monte della falesia interessata dalla strada asfaltata.

Nel rogo sono andate bruciate passerelle, staccionate, paletti, bacheche e cartelli segnaletici. Nella conta dei danni sono stati inclusi anche la bonifica dei rifiuti  ed il loro smaltimento, la realizzazione di punti fissi antincendio (di cui la riserva è sprovvista) ed il monitoraggio floristico-vegetazionale per il contenimento delle specie esotiche che potrebbero prendere il sopravvento su quelle autoctone, come evidenziato dal sopralluogo scientifico compiuto dal professor Pirone, da  Artese e da Vincenzo Ronzitti. I rilievi effettuati dall’alto per mezzo di un drone abilitato allo scopo hanno consentito, subito dopo l’incendio, di quantificare la superficie interessata dal rogo.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

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