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La laurea non è un manganello da usare contro gli avversari. De Risio si scusi

“Votateci perché noi abbiamo più laureati di loro.” Nella lista di sinistra guidata da Fabio De Risio è scattato il più classico dei cortocircuiti delle presunte élite della sinistra radicale.

Proprio quella parte politica che rivendica di essere al fianco dei ceti più umili, delle persone che hanno meno possibilità di raggiungere la fine del percorso formativo a causa delle proprie condizioni economiche e sociali, pone al centro della propria presunta superiorità politica, e dunque morale, il dato che essi hanno più laureati fra i propri candidati.

Un retaggio che puzza di vero classismo. Che cozza con l’alleanza realizzata con pezzi del M5S locale, movimento che ha costruito il proprio successo politico sul disconoscimento della competenza come fattore premiante.

Ma davvero si può basare la differenza della rappresentanza sul semplice dato che si è o meno laureati?

La storia è piena di personaggi che senza laurea hanno ottenuto grazie al loro coraggio, successo, fama e potere. Molti di essi erano in possesso di una classe che spesso non si può acquisire neanche dopo tre lauree.

Questo modo di rapportarsi agli altri, ponendosi sempre su di un piedistallo per guardare dall’alto al basso gli avversari, ha prodotto negli anni dei disastri per la sinistra in tutto il mondo, che ovunque perde consensi proprio da quella che un tempo era la sua base elettorale. Ma sembra che la lezione non sia stata ancora compresa, certo non l’hanno compresa a Montenero De Risio e i suoi.

Certo vedere che la competenza torni ad essere un valore è una cosa positiva, ma che il tubo di plastica nel quale di solito le università consegnano le pergamene di laurea diventi il manganello con il quale colpire gli avversari davvero non può essere ritenuto accettabile nel paese di Di Vittorio e Berlinguer.

De Risio dovrebbe deporre la sua laurea e chiedere scusa ai candidati della lista guidata da Simona Contucci e a tutti i cittadini di Montenero che una laurea non sono riusciti a ottenere nella vita per le più diverse ragioni. Chieda scusa per le parole classiste e offensive del suo candidato. Se non si dissocerà da queste parole sapremo che anch’egli crede che la democrazia non è a disposizione di tutti, non è il luogo dove ciascuno con il proprio impegno coraggio e desiderio di aiutare gli altri si può mettere in gioco.

In quel caso tutti lo potranno additare come un sincero antidemocratico e per farlo non ci vorrà una laurea.

  Silvio Battaglini

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