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Incendio a Punta Aderci: delle falesia, dune, vegetazione protetta è rimasto ben poco

Falesia, dune, vegetazione protetta. E’ rimasto ben poco. La riserva naturale di Punta Aderci, una delle aree protette più apprezzate d’Abruzzo con la spiaggetta di Punta Penna finita a più riprese nell’elenco dei lidi più belli d’Italia,  è andata in fumo. Il paesaggio, dopo il violento incendio che  ha  divorato ettari ed ettari di vegetazione mediterranea, è una ferita aperta, difficilmente sanabile. Al momento si contano danni ambientali e danni alle infrastrutture.

Insieme alla falesia, alla vegetazione protetta e alle dune, è bruciata anche la passerella di legno retrodunale, circa 600 metri di staccionata. Per fortuna si sono miracolosamente salvati dal rogo i due box di legno adibiti a punto informazioni: il primo si trova sul vialone della zona industriale, il secondo all’ingresso della spiaggetta di Punta Penna, una delle più frequentate sia dai vastesi, sia dai turisti che ogni estate giungono da tutto l’Abruzzo per trascorrere una giornata al mare in una delle riserve più famose della costa adriatica, meta gettonata dagli amanti del turismo naturalistico.

E che dopo l’incendio divampato ieri offre una immagine desolante, completamente diversa da quella che siamo abituati a vedere. L’impatto visivo, tra terreni arsi dalle fiamme e il fumo denso che continua a sprigionarsi, è forte. Sprofondati nello sconforto gli operatori della Cogecstre, la cooperativa di Penne che ha in gestione l’area protetta.

“E’ un  disastro, una tragedia”, è il refrain che ripetono cittadini ed ambientalisti accorsi ieri a Punta Penna per rendersi conto da vicino dei danni provocati dall’incendio.

Danni che potevano essere ancora più gravi, visto che le fiamme sono arrivate molto vicino ai silos contenenti acido solforico e fosforico e  ai capannoni dell’area industriale. Nella zona è presente anche un insediamento abitativo. La riserva naturale di Punta Aderci convive con un agglomerato dove sono presenti alcune industrie ad alto impatto ambientale. Una convivenza difficile che,  a detta delle associazioni cittadine, potrebbe essere superata solo con delle coraggiose scelte di pianificazione territoriale.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

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