“La nascita è un momento indescrivibile, non può divenire disagio per chi partorisce e per chi vuole sostenere il più delicato e potente inizio di relazione con l’ingresso alla vita, i papà”. Inizia così la lettera di L.L.V., uno dei tanti papà ai quali è vietato assistere al parto al San Pio a causa prima del Covid 19 poi dei problemi strutturali dell’Ospedale che hanno imposto divieti che vengono contestati da più parti.
“Allontanare i padri, non è ceryto la soluzione risolutoria”, continua il papà. “E’ ingiusto non poter essere protagonisti di un momento così unico soprattutto se a nascere sarà la prima o il primo figlio.Ciò che vogliamo non è mettere a rischio il personale sanitario che da sempre ci tutela e sostiene nell’atto della nascita, ma non ci sono evidenze scientifiche sufficienti a privare madre, padre e neonato di un’esperienza unica e fondamentale. Nascere, è un’esperienza irripetibile per chi sta nascendo e per chi sta accompagnando a farlo; lì ci si incontra per la prima volta. Il San Pio deve riorganizzarsi per continuare a garantire oltre all’assistenza ottimale al parto, i diritti di tutti i papà “invisibili”, conclude L.L.V.
In merito è intervenuto anche il Comitato Arcobaleno che in una nota cerca di dare voce alla richiesta di aiuto di tanti giovani papà che vogliono assistere alla nascita dei loro figli invitando le autorità preposte a trovare una soluzione.
“I problemi che attanagliano il San Pio sono tanti”, dice Angela Pennetta presidente del Comitato,“ma non devono rovinare un momento bello come quello della nascita. L’auspicio è che venga trovata una soluzione per garantire sicurezza ma al tempo stesso felicità a chi diventa genitore”.
Paola Calvano
