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Covid 19, la Coldiretti Molise “La Regione rimoduli il Psr per contrastare la crisi delle imprese agricole”

Rmodulare il Psr per attivare misure a sostegno delle aziende agroalimentari, che operano in regione, duramente colpite dalla crisi generata dall’emergenza Covid 19. A chiederlo è Coldiretti Molise che, in una lettera inviata al Presidente della Regione, Donato Toma, evidenzia come “l’Unione Europea si è attivata per riparare i danni economici e sociali provocati dall’epidemia di Covid 19, mettendo in campo anche i Psr per contrastare gli effetti negativi sul settore agroalimentare”.

Nella missiva, a firma del Delegato Confederale, Giuseppe Spinelli, e del Direttore regionale, Aniello Ascolese, l’Organizzazione precisa che: “l’Unione Europea, con il Regolamento UE 2020/872, del 24 giugno 2020, non assegna nuove risorse ai Psr, ma concede alle Regioni la possibilità di modificare e rimodulare i loro Psr da destinare a questa nuova misura nell’ambito delle dotazioni già stanziate”.

Una possibilità, questa della rimodulazione del Psr, considerata realizzabile anche dall’Assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Cavaliere, di recente interpellato sull’argomento da Coldiretti. “Pur nella considerazione che la nostra Regione ha raggiunto il tetto massimo, in termini di impegno di spesa – spiega Ascolese – la rimodulazione del Psr potrà essere attuata lavorando sul recupero delle ‘economie’ che potranno derivare dalla mancata realizzazione delle misure previste dai diversi bandi fino ad ora emanati”.

Ciò consentirebbe, come già realizzato in altre regioni quali: Marche, Emilia Romagna, Lombardia, Calabria, Veneto e Trentino Alto Adige, di sostenere le imprese maggiormente colpite dalla crisi del Covid con contributi fino a 7.000 euro per singolo imprenditore,  e fino a 50.000 euro per le piccole e medie imprese agroalimentari attive nella trasformazione e commercializzazione

“Mettere in campo la nuova misura Covid-19 – affermano Spinelli ed Ascolese –  rappresenterebbe quindi un giusto riconoscimento verso quanti, in piena emergenza sanitaria, hanno dovuto continuare a lavorare nell’interesse  della collettività, subendo d’altronde tutte le medesime criticità che hanno colpito le imprese degli altri settori produttivi, beneficiari di specifiche tutele”.  

“Bisogna fare presto – conclude Giuseppe Spinelli – perché la situazione resta grave nelle campagne dove ora a preoccupare adesso sono anche le previsioni per l’autunno con le esportazioni in sofferenza, il turismo in affanno e la ristorazione lontana dalla ripresa, con un duro impatto su settori importanti dell’agroalimentare, dal vino alla carne, dal latte all’olio”.

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