La caduta della controsoffittatura dell San Pio di Vasto ha reso visibili le ferite dell’ospedale di Vasto. “Regione e Asl stanno smembrando il San Pio”, denuncia il sindaco Francesco Menna che chiede “un incontro urgente con i parlamentari e i consiglieri regionali del territorio”.
“Quello che è accaduto è gravissimo” – continua il primo cittadino – ma ancora più grave è quello che ho visto entrando in ospedale. Il San Pio sta subendo una inaudita retrocessione. Le sale operatorie restano chiuse, non c’è più la Day surgery, i medici vanno via. Non ci sono nè anestesisti, nè primari. Fra gli operatori si respira un clima di paura. In silenzio la Regione ha deciso di chiudere anche Nefrologia. Ostetricia, secondo punto nascite d’Abruzzo, ieri è stato diviso, parte al piano terra , parte in un altro angolo. La Regione ha deciso di chiudere il San Pio. Risorse economiche , medici e infermieri vengono mandati a Chieti ed eventualmente ad Ortona e Lanciano. Dov’è finita la cucina che doveva essere riaperta a dicembre? E’ arrivato il momento della verità. La Verì e Schael devono avere il coraggio di dire ai vastesi che hanno deciso di chiudere questo ospedale”.
Sull’argomento è intervenuta anche Angela Pennetta del Comitato “L’Arcobaleno” che chiede che venga avviata un’indagine della Procura. “Il controsoffitto è caduto sotto il peso di una porzione del solaio che ha ceduto. La Procura deve indagare sui lavori al solaio e stabilire se sono stati fatti con materiale idoneo”.
Invita invece alla calma Aneglo Muraglia direttore aziendale che ha riprogrammato la distribuzione dei reparti. “La direzione medica di presidio”, fa sapere Muraglia “si è prontamente attivata con i vigili del fuoco a circoscrivere la zona interessata prendendo i primi provvedimenti organizzativi. Chirurgia è stata trasferita nella Day Surgery, la Sala parto è ora nella sala operatoria. I tecnici aziendali del settore “investimenti patrimonio e manutenzione” sono intervenuti con il responsabile della sicurezza. Sentito il loro parere si provvederà a rimodulare la riorganizzazione “.
Paola Calvano